Stupro della 15enne a Jesolo, perché lo stupratore senegalese non può essere espulso

Mohamed Gueye
(Archivio)

Stupro della 15enne a Jesolo, perché lo stupratore senegalese non può essere espulso. 

La storia del senegalese Mohamed Gueye, lo spacciatore che ha violentato in spiaggia a Jesolo una ragazzina di 15 anni, è molto particolare. Innanzitutto non pensate che sia arrivato nel nostro Paese su uno dei tanti barconi di disperati. No, lui è arrivato comodamente a bordo di un aereo di linea dal Senegal atterrato all’aeroporto Marco Polo di Venezia. Gueye aveva un visto turistico dato che stava venendo nel nostro Paese ufficialmente per andare a trovare la sorella che si trovava già qui da qualche tempo e che  viveva con il marito in una villetta a Marcon, in provincia di Venezia.

Poi il senegalese conosce una donna italiana con la quale ha anche avuto una figlia. I tre vivono insieme nella casa della sorella per qualche tempo poi i due si separano e la compagna si trasferisce insieme alla figlia.

Serie infinita di reati, ma non verrà espulso: ecco perché

L’uomo nel frattempo e anche in seguito inizia a commettere una serie di reati fino allo stupro dell’altro giorno, ma incredibilmente non potrà essere espulso. Vediamo il perché. Mohamed Gueye aveva un permesso di soggiorno che scade nel 2013, poi compie atti osceni in un autobus di fronte a passeggeri inermi, ruba 700 euro in casa di alcuni studenti che lo avevano ospitato a dormire, e compie anche il reato di resistenza a pubblico ufficiale. Viene investito da un decreto di espulsione che lui impugna spiegando di non poter essere espulso poiché sua figlia è qui in Italia. Ora si trova nel carcere veneziano di Santa Maria Maggiore e il suo caso sta facendo davvero imbufalire la gente che di fronte all’impunità per certi reati non ci sta.

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