Il parroco anticamorra contro Roberto Saviano: “Mai visto a Scampia”

Roberto Saviano
(screenshot Youtube)

Polemiche nei confronti di Roberto Saviano, dopo la recente condanna, il parroco anticamorra lo attacca: “Mai visto a Scampia”.

Non si placano le polemiche nei confronti di Roberto Saviano, dopo la recente condanna per alcune parti controverse del suo best seller ‘Gomorra’. Nello specifico, l’imprenditore incensurato Vincenzo Boccolato veniva indicato da Saviano come parte di un clan camorristico con un ruolo importante nel traffico di cocaina. L’autore e la casa editrice Mondadori sono stati condannati dal giudice della prima sezione civile di Milano Angelo Claudio Ricciardi a versare in solido 15 mila euro allo stesso imprenditore.

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Le critiche a Roberto Saviano dal mondo cattolico

Critiche allo scrittore arrivano dall’Unione Cristiani Cattolici Razionali, che scrive sul proprio sito: “Noi cattolici prendiamo lezioni da chiunque, ci mancherebbe. Certo, non ci sembra corretto che a mettersi in cattedra, ergendosi a maestro di morale e “difensore dei diritti”, sia proprio Roberto Saviano, un pluri-condannato per diffamazione e plagio (immoralità “laica”?)”. Seguono una serie di controverse prese di posizione per le quali Roberto Saviano ha poi avuto delle vicissitudini legali.

Il parroco anticamorra e le parole contro Roberto Saviano

Il “moralizzatore”, come lo definisce l’Uccr, era stato criticato qualche settimana fa – ricorda il sito – dall’ex parroco di Scampia, don Aniello Manganiello, che ha attaccato: “Anch’io sono stato minacciato di morte dai Lo Russo, ma ho sempre rifiutato la scorta per stare in mezzo alla mia gente. Saviano deve sapere che il suo gioco è ormai scoperto: non ha trascorso nemmeno una intera giornata a Scampia, altrimenti ci saremmo incontrati o almeno i miei parrocchiani me lo avrebbero riferito”.

Roberto Saviano, sottolinea il parroco, è “interessante sul piano narrativo, ma sul piano pratico, oltre a gonfiare a dismisura a dismisura il suo portafoglio, non salverà una sola vita. Quando i camorristi mi chiedono di organizzare il futuro dei figli per evitare che facciano la loro fine, io non mando quei ragazzi ai cortei anticamorra con una bandiera e un megafono in mano e non propongo loro i sermoni di Saviano. No. Io devo trovare le soluzioni, i soldi per farli mangiare, per impedire che le ragazze vadano ad abortire, per comprare i pannolini e pagare le bollette. Ma è difficile far soldi per gli ultimi, il quartiere è povero, non c’è borghesia e il denaro sono costretto a cercarlo fuori”.

Insomma, conclude il parroco, “lo scrittore simbolo dell’anticamorra a Scampia lo hanno visto soltanto in tv. Si può scrivere di camorra senza conoscere concretamente il fenomeno: bastano le carte passate da avvocati e magistrati da cui ricavare storie per editori modaioli e reti tv in cerca di nuovi mercati. Solo così si spiega il fenomeno perché, a dirla tutta, Saviano mi sembra un modesto scrittore. Se lo invitiamo a Scampia non risponde nemmeno. Alla Municipalità hanno tentato più volte. A lui non interessa la realtà, è uomo di fiction”.

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