Spalato, ragazzo affetto da distrofia bloccato in aeroporto dopo le vacanze

Jack Johnson
Jack Johnson

Spalato, Jack Johnson un ragazzo affetto da distrofia muscolare di Duchenne resta bloccato in aeroporto dopo le vacanze con la famiglia.

La famiglia dell’icona di beneficenza di Wigan Jack Johnson dice che sono stati lasciati umiliati dallo staff dell’aeroporto a Spalato che ha chiesto se il ragazzino se fosse davvero disabile. Il giovane – il volto della campagna di ricerca sulla distrofia muscolare di Duchenne, Joining Jack – da allora ha ricevuto scuse e risarcimento. La sua famiglia stava tornando dalle vacanze dopo il soggiorno in Croazia.

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Cosa è accaduto a Jack Johnson all’aeroporto di Spalato

Il figlio di 10 anni dell’ex Wigan Warrior Andy Johnson è diventato il punto centrale di una crociata di beneficenza che ha conquistato il plauso del pubblico e di un gran numero di famosi sportivi. Ma non è stato riconosciuto all’aeroporto e, a causa della burocrazia, il personale ha sentito il bisogno di chiedersi se avesse davvero sofferto di una malattia degenerativa incurabile. Fu solo quando la stella di Coronation Street e amico di famiglia, l’attore Anthony Cotton, intervenne che la situazione si sbloccò.

A quanto pare, nell’aereo non era predisposta la sistemazione per la sedia a rotelle del bambino. “Per imbarcare il bimbo serve un apposito veicolo motorizzato, ma avreste dovuto richiederlo con due giorni d’anticipo e dovreste presentare un certificato che attesti la disabilità”, hanno spiegato i dipendenti della compagnia low cost Jet 2. La sua mamma furiosa di Alex si è rivolta ai social media per lamentarsi e ha scritto al direttore generale della compagnia low cost Chris Flannigan.

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Jack Johnson, lo sfogo della madre e le scuse della compagnia aerea

Ha scritto: “Come famiglia abbiamo bisogno e amiamo le nostre vacanze a causa del dolore costante che viviamo ogni giorno mentre i peggioramenti dei muscoli di nostro figlio”. La donna ha anche aggiunto: “Vorrebbe essere trattato come tutti gli altri bambini, sentirsi diverso gli fa male e sentire persone dirci che dobbiamo dimostrare che è disabile non è stata una bella esperienza per lui”.

Per ben due ore, la famiglia è stata prigioniera di un incubo burocratico, poi risolto. Un portavoce della compagnia ha spiegato: “Siamo estremamente dispiaciuti per quanto accaduto, siamo in tutto e per tutto dalla parte di Jack e della sua famiglia, neanche noi vogliamo che qualcosa del genere accada di nuovo. C’è sempre una lezione da imparare”. Vedremo se sarà davvero servito da lezione.

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