Roma, comunità islamica organizza una raccolta fondi per un cimitero musulmano

Roma, comunità islamica organizza una raccolta fondi per un cimitero musulmano
(websource)

Bachcu, il presidente della associazione Dhuumcatu che si occupa di riunire tutta la comunità bengalese nella Capitale, ha spiegato ai media italiani perché ha lanciato una raccolta fondi tesa alla costruzione di un cimitero musulmano al di là del raccordo anulare. Non si tratta di una mancanza di rispetto o della volontà di non mischiarsi agli altri fedeli, ma del semplice desiderio che le usanze musulmane vengano rispettate al 100%: “Un cimitero gestito dai fedeli islamici è necessario perché esistono delle differenze tra il rito cattolico e quello islamico. Noi non possiamo essere sepolti vestiti e la nostra salma deve essere posizionata in direzione nord-sud”, sottolinea Bachcu che poi aggiunge: “Succede già in Gran Bretagna e in Francia”.

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Il progetto di un cimitero musulmano da 40 mila tombe a Roma

Dopo aver sottolineato nuovamente che le due cerimonie funerarie, quella cristiana e quella musulmana, sono profondamente diverse: “C’è un altro rito, un altro sistema, abbiamo bisogno di un luogo tutto per noi, dove possiamo fare quello che serve” e che la crescita della comunità islamica a Roma fa crescere l’esigenza di un luogo in cui rispettare i precetti islamici in materia di sepoltura, l’imam spiega che l’intenzione è quella di costruire un cimitero su di un terreno di 81 ettari sulla via Prenestina (fuori dal Raccordo anulare) che accoglierà tra le 30 mila e le 40 mila tombe.

Per raggiungere la cifra necessaria a portare a compimento il progetto (6-7 milioni di euro) non verranno chiesti fondi comunali o statali, ma l’associazione si affiderà alle offerte dei fedeli musulmani: “Non si tratta di donazioni ma di mettere in una cassa comune la cifra, circa 3mila euro, che ognuno di noi dovrà spendere un domani per la propria sepoltura in Italia o per spedire la salma in Bangladesh”. Onde evitare polemiche il presidente dell’associazione Dhuumcatu ci ha tenuto a precisare che il Comune di Roma dovrà semplicemente fornirgli le autorizzazioni per procedere alla costruzione: “Al Comune di Roma non chiederemo un centesimo ma soltanto le autorizzazioni necessarie a procedere in tutta Italia i bengalesi sono 136mila e se soltanto il 2% aderisse all’iniziativa riusciremo tranquillamente a raggiungere il budget”.

Fabio Scapellato

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