Kaos, il dolore dell’addestratore: “Come lo dico a mia figlia?”

Kaos
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Kaos, il cane eroe di Amatrice, è stato avvelenato ed ora il suo padrone si domanda come potrà dire la verità alla propria figlia.

Il corpo senza vita del pastore tedesco Kaos, che costribuì alla ricerca dei dispersi durante il terremoto di Amatrice, è stato ritrovato dal suo padrone, Fabio Ettore, nel proprio giardino. Il padrone, ed addestratore di Kaos, abita a Sant’Eusanio Forconese, in provincia dell’Aquila, ed ha raccontato la sua amarezza nel constatare che “È stato ucciso dalla gente che salvava” tramite del cibo avvelenatoL’addestratore ha poi rivelato molti dettagli di quell’amicizia che così tanto gli mancherà e di come anche sua figlia fosse legata a Kaos: “Sarà difficile dirle che se ne è andato”.

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Kaos, eroe di Amatrice, avvelenato nel giardino di casa: il racconto di una lunga amicizia

Fabio Ettore, padrone del cane che contribuì alla salvezza di molti dispersi durante il terremoto di Amatrice, è stato avvelenato mentre era in giardino: “Me l’hanno avvelenato, aveva la bava alla bocca. E’ come se mi avessero strappato il cuore […] Mi auguro di non venire mai a sapere chi è stato”, racconta disperato il proprietario di Kaos. L’addestratore ha voluto dare un ultimo addio a quel fantastico compagno che per 3 anni e mezzo gli è stato vicino: ”Non provare odio per chi ha fatto questo, anzi se un domani avrà bisogno aiutalo […] Sei stato un amico fedele. Abbiamo condiviso e diviso casa, divano, tutto. Corri amico mio, corri, non ti fermare, un giorno ci abbracceremo nuovamente. Hai lasciato un vuoto incolmabile per mano di una persona meschina… continua il tuo lavoro lassù, continua a cercare dispersi, a salvare vite umane. Ciao amico mio”. Dunque, rabbia ma ancor più disperazione per quell’amico perduto, apparentemente, senza un motivo plausibile. Fabio racconta, infatti, quanto l’amico fosse intelligente e docile al tempo stesso: “Kaos aveva una naturale predisposizione per le ricerche. Non c’era bisogno di spiegare o fare esercizio. Lui aveva un dono. La capacità di venire sempre a vedere quando eri in difficoltà, quasi chiedendoti con gli occhi se avevi bisogno di aiuto. È stato bravo da subito”.

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“Da mia figlia piccola si faceva cavalcare come un pony. Sarà difficile dirle che se ne è andato. Nessuno riesce a crederci”. Kaos era nato a Roma 3 anni e mezzo fa e nessuno aveva scommesso sarebbe sopravvissuto perchè sua madre aveva smesso di allattarlo ad appena 45 giorni di vita. Il precoce svezzamento aveva lasciato presagire un’altrettanto precoce dipartita di Kaos ma invece “è andata bene, piano piano è diventato sempre più grande e meno fragile. È diventato un cane con una forza paurosa e una grande voglia di vivere. Era amico di tutti”.

Marta Colanera

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