Caldo record in Giappone: registrati 41,1° a Tokyo, scatta l’allerta meteo

Caldo record in Giappone: registrati 41,1° a Tokyo, scatta l'allerta meteo
(Getty Images)

Continua l’ondata di caldo straordinario nell’arcipelago giapponese, l’agenzia meteorologica ha registrato temperature elevatissime in tutte le prefetture nipponiche con un picco di 41,1° a nord di Tokyo.

I giapponesi sono costretti in questi giorni ad affrontare un’ondata di caldo record che non ha precedenti nel Paese del Sol Levante. L’agenzia meteorologica nazionale ha registrato un picco di temperatura a Kumagaya, a nord di Tokyo, dove sono stati toccati i 41,1°, il massimo mai registrato nel Paese asiatico. Il precedente più vicino risale al 2013, quando nella città di Shimanto (nella prefettura di Kochi) si erano raggiunti i 41°, ma in quel caso l’ondata di caldo si era verificata il 12 agosto.

Giappone, ondata di caldo senza precedenti: diramata l’allerta meteo

La straordinaria ondata di caldo che ha colpito l’arcipelago nipponico ha causato non pochi disagi alla popolazione: il bilancio delle vittime causate dalle elevate temperature è giunto a 40 con un’eccedenza di casi che si è verificata sabato scorso (11 decessi solo in un giorno), giorno in cui sono stati necessari 3000 interventi da parte del personale sanitario giapponese. Ciò che rende critica la situazione è la durata di questo periodo di caldo intenso, pare infatti che l’alta pressione non abbandonerà il Giappone fino ai primi giorni di Agosto.

Per questo motivo l’Agenzia Meteorologica ha diffuso l’allerta meteo in 39 delle 47 prefetture dell’arcipelago nipponico. A rendere maggiormente a rischio la salute della cittadinanza nipponica è il fatto che il Giappone ha un’età media tra le più elevate al mondo, fattore di non poco conto quando si presentano emergenze legate alle alte temperature. I cittadini sono dunque invitati a prendere delle precauzioni contro le temperature elevate dei prossimi giorni, onde evitare che il numero di persone ricoverate in ospedale (già nell’ordine delle migliaia) aumenti a dismisura, rendendo complicatissimo il lavoro di medici ed operatori sanitari.

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