Antonio Deiana sparì nel nulla sei anni fa: tragica svolta nel caso

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Antonio Deiana

Il 36enne Antonio Deiana sparì nel nulla sei anni fa: tragica svolta nel caso, un mistero che trova la soluzione, la droga dietro la morte.

Era luglio 2012 quando Antonio Deiana, trentaseienne di Villa Guardia, in provincia di Como, sparì nel nulla. Da allora, nulla si è più saputo di lui, poi nelle scorse ore la tragica svolta. Infatti, gli investigatori della Squadra Mobile di Como hanno trovato il corpo seppellito nel seminterrato di una palazzina di via Della Pila a Cinisello Balsamo. Per quanto accaduto c’è già un fermo: si tratta di Luca Sanfilippo, 47 anni, residente nella stessa palazzina dove il 20 luglio del 2012 avrebbe accoltellato Deiana.

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Come è morto Antonio Deiana?

Dunque, l’uomo sarebbe stato ucciso, poi il suo cadavere sarebbe stato sotterrato. Alla presenza del suo avvocato, Sergio Trentanni, il presunto assassino avrebbe fatto alcune ammissioni al pubblico ministero. Sarebbe stato lui stesso – messo sotto torchio nelle ultime ore – a indicare il punto in cui avrebbe sepolto Antonio Deiana. Da due giorni, gli specialisti del Labanof, il Laboratorio di antropologia forense dell’Università degli Studi di Milano, sono al lavoro per recuperare i resti della vittima.

La vicenda di Antonio Deiana è particolarmente dolorosa: tre anni prima, a marzo 2009, suo fratello Salvatore venne ucciso praticamente con le stesse modalità. Il corpo venne trovato sepolto tre mesi dopo in un bosco di Oltrona San Mamette. All’epoca era stato un pentito a consentire di identificare il punto esatto in cui era sepolto l’uomo.

La droga dietro la morte di Antonio Deiana

Dietro la morte di Antonio Deiana, da quanto emerso, ci sarebbe una storia di droga: la vittima si sarebbe incontrata con Sanfilippo, che da lui avrebbe dovuto ricevere della cocaina. Invece, ne era nato un diverbio con il successivo accoltellamento dell’uomo, che poi era stato sepolto in una fossa profonda mezzo metro. Solo successivamente, era stata gettata la colata di cemento che avrebbe dovuto cancellare le tracce.

Sanfilippo aveva un complice: infatti aveva chiamato un amico chiedendogli di dargli una mano per il seppellimento. Questi, perseguitato dai rimorsi, una settimana fa ha deciso di parlarne con un poliziotto del Commissariato di Greco-Turro, a Milano. Ora risulta indagato per occultamento di cadavere. Comunque è grazie a lui se questo mistero lungo sei anni ha avuto una svolta.

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