Treviso, ragazzi picchiati e gettati tra le ortiche al campo estivo

Treviso, ragazzi picchiati e gettati tra le ortiche al campo estivo
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Treviso, scandalo al campo estivo: dei ragazzini sono stati colpiti con delle doghe di legno da uno degli animatori per punizione.

Affidare i propri figli ad un’associazione o ad una parrocchia per le vacanze estive è solitamente sinonimo di sicurezza, non è questo il caso del campo estivo organizzato dalla parrocchia di Valdobiadene (Treviso): un gruppo di ragazzi ha denunciato ai genitori un’aggressione subita mentre si trovavano al campo. I ragazzi hanno raccontato che uno degli animatori li ha puniti severamente utilizzando una delle doghe in legno dei letti rotta precedentemente dai ragazzi. Ma non solo una delle madri ha dichiarato: “C’è chi è stato picchiato con un bastone e chi è stato gettato tra le ortiche”.

Treviso, ragazzi picchiati al campo estivo: il parroco minimizza

Al campo parrocchiale hanno preso parte una trentina di ragazzi, affidati a degli animatori affinché svolgessero delle attività di gruppo. I giovani, però, si sono dimostrati un po’ troppo vivaci e verso la fine dell’esperienza hanno persino rotto le doghe in legno di un letto. Quando l’animatore si è accorto del danno causato dai ragazzi ha deciso di infliggere loro una punizione corporale  colpendo  sulla schiena e sulle gambe alcuni di loro con una delle doghe rotte e gettando tra le ortiche altri. A causa della punizione uno dei ragazzi (di soli 12 anni) è stato trasportato all’ospedale Camposampiero di Padova.

Venuti a conoscenza dell’accaduto, i genitori dei ragazzi hanno prima informato il parroco di quanto successo e poi riportato l’accaduto ai Carabinieri. Questi hanno dichiarato che prima di prendere un simile provvedimento i responsabili del campo estivo avrebbero dovuto telefonargli così da permettergli di mettere in riga i figli, ciò nonostante hanno deciso di comune accordo di non sporgere denuncia: “Dovevano telefonarci prima di punirli in questo modo, non sporgeremo denuncia perché la vendetta non serve”.

Decisiva in questo senso la buona parola del parroco che ha spiegato ai genitori che non si è trattato di un episodio di bullismo, ma di un errore dovuto all’esasperazione: “Non si tratta di bullismo, ma di un singolo animatore di 17 anni che suona in chiesa e che ha perso il controllo al termine di una settimana in cui i ragazzini si sono comportati in modo un po’ scalmanato”.

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