Caos Milan, il ds Mirabelli parla della situazione societaria

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Milan (Getty Images)

Grande caos in casa Milan: il ds Mirabelli in conferenza stampa per spiegare la situazione

Una situazione davvero complicata, quella del Milan del post Yonghong Li. I 32 milioni di euro che Mr. Li avrebbe dovuto bonificare per tenere in pugno la società non sono arrivati, e per questo il gruppo Elliott ha avviato ufficialmente le pratiche di escussione del pegno delle azioni del Milan, che avverrà entro 48-72 ore. Sono in arrivo 150 milioni di euro per la gestione di cassa del club e per l’eventuale mercato. Poi si capirà chi sarà il successore di Li alla presidenza del Milan, ma adesso, come era ampiamente prevedibile, la situazione in casa rossonera è di grande caos. Mercato bloccato, o quasi, con l’arrivo di Halilovic e all’orizzonte qualche cessione dolorosa, da Suso a Donnarumma passando per Leonardo Bonucci.

Tutti i pezzi pregiati rischiano di dover lasciare la squadra, specialmente se verrà confermata la sentenza Uefa sull’esclusione dalle coppe europee per il Milan. Insomma, presente confusionario e futuro piuttosto nebuloso. Una situazione “difficile da immaginare” per i vertici societari, come spiegato dal ds milanista Massimiliano Mirabelli in conferenza stampa, proprio per spiegare a tifosi e addetti ai lavori come stanno le cose in questo momento in casa Milan.

Caos Milan, le parole di Mirabelli: “Non trasformiamo i problemi in alibi”

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Milan (Getty Images)

Massimiliano Mirabelli ci mette la faccia davanti ai giornalisti e spiega così in conferenza stampa cosa sta accadendo in casa Milan: “Nessuno poteva immaginare una situazione del genere, nessuno se lo aspettava. Avremmo lavorato in maniera più serena senza queste problematiche, ma adesso la situazione è questa è dobbiamo fronteggiarla – spiega Mirabelli – L’importante è che non la trasformiamo in un alibi. Ricordiamoci che rappresenteremo sempre il Milan, e dobbiamo solo pensare a fare il meglio possibile. Questa società ha lottato e giocato per cose importanti. Non vogliamo, fare percorsi diversi, nonostante le problematiche che ci sono”

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