Lidia Vivoli, picchiata brutalmente dall’ex compagno, non si sente protetta dallo Stato

 

Lidia Vivoli (Facebook)

Lidia Vivoli, 46enne di Palermo che nel 2012 fu picchiata dall’ex compagno quasi a morte, ha denunciato su Facebook di aver paura che l’uomo, che sta per concludere la sua permanenza in carcere, la uccida e denuncia: “Lo Stato mi ha lasciata sola”.

Le foto pubblicate su Facebook da Lidia Vivoli, 46 anni, raccontano cosa accadde la notte in cui il suo compagno la picchiò e torturò fino a portarla ad un passo dalla morte. Le fotografie, che mostrano il suo dolore, sono state fatte dal padre della donna e servirono da elemento di prova nelle indagini contro il compagno. L’uomo sta per uscire dal carcere e la sua vittima aveva già affermato a Marzo: “Quando uscirà dal carcere mi ucciderà”. “Dopo 5 mesi uscì e fu messo ai domiciliari. All’epoca la persona offesa non veniva avvisata. Nonostante il provvedimento a suo carico usava tranquillamente internet. Mi contattò su Facebook e poco dopo me lo ritrovai davanti. Per un anno mi ha cercata, presentandosi ovunque”.


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“Lo Stato mi ha lasciata sola” racconta Lidia Vivoli che si trova senza lavoro ed ha ancora paura del suo aggressore

“Il 24 giugno 2012, a quest’ora, ero ancora una donna ignara di ciò che stava per accedere… ““Avevo trascorso una giornata deliziosa. Di mattina, insieme a mia sorella Vania e a colui che era il mio compagno, eravamo andati al Santuario della Madonna nera di Tindari, luogo in cui ‘lui’ mi aveva giurato amore eterno, mi aveva promesso di non usare più violenza nei miei confronti, anzi, aveva giurato che si sarebbe preso cura di me per sempre. Peccato che all’1 e 45, avrebbe cercato di uccidermi”.

La donna venne colpita con una padella di ghisa e forbici nel cuore della notte e riuscì a salvarsi solo grazie alla promessa che non lo avrebbe mai denunciato.

Lidia Vivoli ora è madre di due bambini ma la paura che l’ex compagno voglia vendicarsi è tantissima, tanto che racconta di quanto si senta abbandonata dalle Istituzioni che dovrebbero occuparsi dei cittadini vittime di abusi come lei:

“Vorrei vivere in un luogo in cui lo Stato protegge i suoi cittadini e le sue donne. Invece no!!! Vivo in un luogo dove la gente fa promesse che non mantiene”.

Vittima di abusi che si sono perpetuati nel tempo, anche prima dell’ultima aggressione, Lidia racconta di come abbia perso il lavoro dopo il tragico giorno in cui stava per perdere anche la vita e di come non si sia sentita tutelata dallo Stato neanche in questo frangente.

“Ci sono leggi regionali che agevolano le aziende che assumono i disoccupati, ci sono leggi nazionali che agevolano le aziende che assumono donne vittime di violenza. Ora continuate a prendere scuse e a offrirmi lavori senza compenso“. “Ho un nuovo compagno, un’altra vita e credo di dovermi meritare quella serenità che lo Stato non riesce a garantirmi”.

La donna chiede, quindi, aiuto alla comunità forse in un ultimo atto di fiducia che spera sia ricambiato dalle persone che, come lei, non si sentono aiutate dalle Istituzioni. La donna chiede aiuto per far adottare i cani randagi che come volontaria ha salvato dalla strada con l’intento di andar via dalla Sicilia o un lavoro di qualsiasi tipo per poter dare un futuro ai suoi bambini.

ATTENZIONE: IMMAGINI FORTI

Marta Colanera

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