Manifesto contro Salvini, Mentana non ci sta: “Mai messo il mio nome”

Rolling Stone
(Web)

Manifesto contro Salvini pubblicato su Rolling Stone, Mentana non ci sta: “Mai messo il mio nome”. 

Sulla rivista Rolling Stone è stato pubblicato un manifesto firmato da intellettuali di sinistra che si schierano apertamente contro il Ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Noi non stiamo con Salvini. Da adesso chi tace è complice” si dice nel titolo e poi le firme dei nomi noti: Linus, lo Stato Sociale, Daria Bignardi, Gabriele Muccino, Costantino della Gherardesca, Fabio Fazio, Michele Serra. Tra loro compariva anche il nome di Enrico Mentana. Il direttore del Tg La7 però non ci sta e fa un comunicato per dire che lui non ha mai firmato nulla e non ha dato il consenso per utilizzare il suo nome.

Il messaggio di Mentana: “Me l’avevano chiesto, ho detto di no”

Ecco il messaggio pubblicato da Mentana sul proprio profilo Facebook: “Quando voglio dire qualcosa, la dico. In prima persona, avendo la fortuna di poterlo fare in tv, e potendolo fare come tutti qui su Fb. Non credo agli appelli o alle prese di posizione perentorie e che servono solo a scopi identitari, o a volte peggio mirano a un po’ di pubblicità gratuita. Oggi il mensile Rolling Stones fa una scelta perfettamente legittima: una copertina arcobaleno con la scritta “Noi non stiamo con Salvini”, e poi più in piccolo “Da adesso chi tace è complice”. E poi nelle pagine interne una raccolta di pareri e frasi di “musicisti, attori, scrittori e figure legate allo showbiz e alla tv”. Scelta legittima, dicevo, ma che non condivido. Il giornalismo è fatto di racconto e di confronto delle idee, di attacco alle posizioni ritenute sbagliate, o perfino pericolose. Mai però la scelta di una persona liberamente eletta come bersaglio, come uomo nero. Con sorpresa ho trovato il mio nome tra gli aderenti a questa iniziativa (a meno che “Enrico Mentana, giornalista” non sia un omonimo). È un caso di malcostume, trasandatezza, sciatteria? Non so, non ho ancora letto la rivista. So però che il suo direttore mi aveva chiesto l’adesione, e la risposta è stata chiara… “No””. 

 

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