Thailandia, i ragazzi sono vivi ma potrebbero rimanere nella grotta altri 4 mesi

(Websource/Archivivo)

Sani e salvi tutti i 12 ragazzi bloccati nella grotta Tham Luang. Attivate le operazioni di recupero, i ragazzi stanno imparando a nuotare prima di essere riportati in superficie

Sono stati finalmente ritrovati i 12 ragazzi bloccati nella grotta Tham Luang. “Li abbiamo trovati ed erano tutti e 13 vivi. Ci prenderemo cura di loro sino a quando potranno spostarsi”, sono state queste le prime parole del governatore della provincia di Chiang Rai, Narongsak Osatanakorn. Sorridenti si sono presentati uno a uno alla telecamera per ringraziare i soccorritori e hanno chiesto: “Stiamo bene, ma quando ci fate uscire?”. Debilitati, smunti, ma felici. Ora però si apre la problematica per portare in salvo tutti i giovani calciatori che hanno tra gli 11 e i 16 anni. I sub della Marina sono con loro dal giorno del ritrovamento, sulla sponda fangosa dove per nove giorni avevano trovato riparo dalle inondazioni che hanno sommerso larghi tratti della grotta. Durante le prime ore dopo il salvataggio si era addirittura stimato che per salvare i ragazzi ci volessero almeno quattro mesi.

Thailandia, ragazzi vivi ma ora si lavora per riportarli in superficie

L’intenzione delle autorità thailandesi è però di riportare i ragazzi al cento per cento delle loro forze e poi iniziare le operazioni per farli uscire. C’è però il pericolo delle forti piogge previste nei prossimi giorni e quindi della necessità di anticipare i tempi o velocizzare quanto possibile. Il gruppo però non sa nuotare e le squadre di soccorso vogliono che l’acqua nella grotta scenda per dare il via al recupero. Nel frattempo i 12 ragazzi intrappolati stanno facendo pratica sott’acqua con le maschere, in vista di un ritorno in superficie che richiederà estesi periodi di immersione, e per il quale non c’è ancora una tempistica stimata. Lo ha annunciato al campo base delle operazioni il governatore, Narongsak Osatanakorn. Chi sarà fisicamente meno debilitato e più capace in acqua potrà essere portato in salvo prima, rispetto agli altri. Secondo il governatore non sono alternativi i due principali piani allo studio per portarli in salvo: portarli in salvo subito ovvero aspettare, trasportarli come “pacchi” su una barella oppure aspettare che imparino i rudimenti delle immersioni e affrontino i fiumi di fango insieme ai soccorritori, visto che il gruppo non sa nuotare.

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