Fermare i migranti anche con i respingimenti: ecco come ha funzionato in Australia

Fermare i migranti anche con i respingimenti: ecco come ha funzionato in Australia
(Gettyimages)

Fermare i migranti con i respingimenti può essere considerato disumano eppure il caso Australia ha dimostrato che potrebbe essere il modo più efficace per interrompere la tratta clandestina.

L’intento del governo Conte per quanto riguarda la questione migranti è teso all’interruzione totale del flusso migratorio. La determinazione del ministro dell’Interno in tal senso è assoluta e dopo aver chiuso i porti italiani alle navi Ong ha intenzione di prendere accordi con la Libia per aiutare il suo governo ad effettuare i respingimenti forzati. Tale determinazione è contraria al modello umanitario sancito dall’Unione Europea e potrebbe portare all’Italia diverse sanzioni, ma la Lega e Salvini sono sicuri che dopo un primo periodo con queste misure si potrebbe non solo interrompere la tratta di esseri umani nel Mediterraneo ma anche salvare preventivamente delle vite. L’idea, infatti, è quella di informare le popolazioni africane dell’impossibilità di giungere in Italia, messaggio che dovrebbe scoraggiare il viaggio in mare. Un provvedimento identico a quello preso dall’Australia nel 2013 con il ‘Sovereign Borders‘ che pare abbia funzionato.

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Il respingimento dei migranti: ecco come è stato impostato in Australia

La politica oltranzista nei confronti degli sbarchi clandestini in Australia è stata voluta dal governo Abbott. A partire dal 2013 il governo di Canberra ha avviato l’operazione ‘Sovereign Borders‘ con la quale ha disposto delle imbarcazioni militari al confine con le acque territoriali asiatiche per bloccare i barconi carichi di clandestini e riaccompagnarli nei paesi di provenienza o, se queste erano in condizioni pessime, in Paesi hotspot che fungevano da via di mezzo. Ovviamente per applicare questa politica è stato necessario prendere degli accordi con le nazioni dalle quali partivano i clandestini (Sri Lanka e Indonesia in maggior parte).

All’azione militare è stata affiancata un’azione comunicativa chiamata ‘No Way‘: nelle nazioni dalle quali partivano i migranti sono stati diffusi dei volantini tradotti in 17 lingue nei quali si informava che qualsiasi viaggiatore clandestino, dunque sprovvisto di Visto, sarebbe tornato a casa. Nel corso di questi 5 anni la politica di respingimenti ha avuto dei risultati riducendo quasi del tutto la tratta dei migranti e, stando alle parole di Abbott: “Salvato delle vite”. Il politico australiano ha anche aggiunto: “L’Operation Sovereign Borders è una lezione che oggettivamente tutti gli Stati dovrebbero imparare ad applicare”.

L’obbiettivo della Lega sarebbe quello di applicare i respingimenti anche in Italia dopo aver preso previ accordi con la Libia. L’unico limite all’applicazione di questa politica (oltre alle possibili sanzioni UE) potrebbe essere quello legato ai costi di mantenimento di una flotta che pattugli incessantemente i confini con il mare libico. D’altronde il caso australiano ha anche dimostrato che una simile politica per quanto efficace nel fermare la tratta clandestina ha avuto un costo eccessivo.

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