Uno Bianca, scarcerato Occhipinti. Famiglie incredule: “Questa è giustizia?”

Occhipinti
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Uno Bianca, scarcerato Occhipinti. Famiglia incredula: “Questa è giustizia?”. 

I più giovani tra chi legge questo articolo nemmeno si ricorderà di cosa stiamo parlando. Ma per chi ha qualche anno in più parlare di “Uno Bianca” riporta alla mente un periodo tremendo caratterizzato da una costante paura, da una vera e propria psicosi, da una serie di omicidi efferati compiuti sempre a bordo di quell’auto. Tra i componenti di quella banda c’era anche Marino Occhipinti, un ex poliziotto condannato all’ergastolo e ora definitivamente libero dopo aver ottenuto in passato già diversi permessi.

Scarcerato Occhipinti, la rabbia delle famiglie delle vittime

Secondo il Tribunale di sorveglianza di Venezia quello di Occhipinti è un “pentimento autentico” così come «il percorso di rivisitazione critica del suo passato». Un percorso di riabilitazione che ha convinto a pieno i giudici e che è iniziato nel 2010 quando ottenne il permesso per partecipare alla Via Crucis organizzata da Comunione e liberazione. In quell’occasione le polemiche furono feroci, forse proprio perché si sapeva che sarebbe stato l’inizio di un percorso che avrebbe avuto come sbocco finale la scarcerazione. Dal 2012 ci fu il provvedimento di semilibertà con il lavoro al call center della Usl di Padova di mattina e il rientro in carcere di sera. Un anno fa ottenne un permesso di una settimana per partecipare ad un campo di Comunione e liberazione in Val d’Aosta. E ora la decisione definitiva: l’uomo che aveva trucidato la giovanissima guardia giurata Carlo Beccari dopo 24 anni di carcere è un uomo libero. Le famiglie delle vittima sono indignate e si chiedono se questa sia davvero giustizia.

 

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