Intascava la tassa di soggiorno: nei guai noto albergatore romano

albergatore romano
(Google Maps)

Intascava la tassa di soggiorno ma poi non la versava al Comune: nei guai noto albergatore romano, è il suocero del premier Conte.

Non versava al comune di Roma la tassa di soggiorno che invece intascava regolarmente: è per questo accusato di peculato Cesare Paladino, amministratore unico della società che gestisce il Grand Hotel Plaza, struttura a quattro stelle nella centralissima via del Corso. Inoltre, il gip Giovanni Giorgianni, su richiesta della procura, ha proceduto al sequestro preventivo di due milioni di euro.

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I fatti contestati all’albergatore romano

I fatti contestati partono dal 2014 e si è giunti all’uomo dopo gli accertamenti degli uomini della polizia municipale, coordinati dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Alberto Pioletti. A Paladino vengono contestati i mancati pagamenti di oltre 300 mila euro per l’anno 2014, di oltre un milione e 500mila euro nei tre anni successivi e di circa 88 mila euro quest’anno.

Si tratta di una tassa che va pagata regolarmente e che è stata istituita nel 2010. Prevede un contributo a carico di chi alloggia nelle strutture alberghiere della Capitale. Ora la polizia municipale invita i titolari delle attività ricettive non in regola con il pagamento a presentarsi in via della Consolazione per sanare la propria posizione. Nei prossimi giorni sono infatti previsti nuovi controlli.

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Chi è l’albergatore romano finito nei guai

Cesare Paladino, 65 anni, è il padre di Olivia, che nella struttura ha un ruolo manageriale. La donna è la compagna del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Nella vicenda è direttamente coinvolto solo il padre, che peraltro non è l’unico albergatore romano ad avere questo tipo di responsabilità.

Infatti, nelle scorse ore due titolari di grandi alberghi romani oltre ad ammettere l’illecito hanno sanato la propria posizione pagando 400mila euro. Da quando sono partiti i controlli della Polizia Municipale, a inizio mese, sono circa 4,5 milioni di euro i contributi di tassa di soggiorno non regolarmente versati e recuperati.

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