“Untore” di Ancona indagato per omicidio volontario

 

Claudio Pinti
Claudio Pinti (immagine diffusa dalla PS)

Sono partite le indagini sull’ “untore” di Ancona Claudio Pinti che, facendo regolarmente sesso non protetto, si ipotizza abbia contagiato di proposito almeno 200 partner sessuali. Se verranno confermate le ipotesi l’accusa sarà di omicidio volontario.

Claudio Pinti, 35 anni e consapevole della sua sieropositività da ben 11, è stato arrestato per aver contagiato la sua partner fissa ed un numero imprecisato di altre donne. Le donne contagiate, sino ad ora accertate, sarebbero circa 200 e nessuna di loro era a conoscenza del pericolo al quale andava incontro. La scoperta dell’inarrestabile contagio del virus è partita dalla compagna dell’uomo che, dopo aver riscontrato alcuni malesseri ed aver udito strane dicerie anconetane riguardo Pinti, ha voluto vederci più chiaro. La donna, infatti, si è sottoposta allo specifico esame clinico presso l’Ospedale Regionale di Torrette e l’esito clinico riscontrato dal Reparto Malattie infettive è stato appunto positivo. La sua compagna si è, dunque, rivolta alla polizia per denunciare la grave lesione subita e per avere conferma giuridica della malafede del suo compagno.

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Accertata la malafede dell’untore le indagini si sono evolute anche alle altre vittime di Claudio Pinti che al momento risultano essere almeno 200

La malafede, in forma di negazionismo assoluto della malattia da parte di Claudio Pinti, è stata accertata ben presto ma la scoperta più inquietante, è avvenuta nel momento in cui sono stati effettuate indagini su tutti i supporti informatici sequestrati all’uomo e sono state prese in esame le sue chat.

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L’uomo nonostante avesse avuto consapevolezza della sua malattia da ben 11 anni non riconosceva, forse neanche a se stesso, di essere affetto da Hiv e, definendosi un “negazionista” continuava a non avvisare le tantissime partner occasionali. Dopo le ultime inaspettate rivelazioni, la Procura di Ancona ha disposto l’apertura di un fascicolo per indagare anche sul decesso della moglie, morta circa un anno fa.

Le indagini hanno già portato alla luce che la moglie di Claudio Pinti morì della malattia e la polizia si sta occupando di scoprire se anche lei sia una vittima inconsapevole del negazionista.

Marta Colanera

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