Bonus cultura per i 18enne non serve, rinuncino a un paio di scarpe

Il nuovo ministro alla Cultura annulla il bonus di 500 euro ai diciottenni e giustifica la decisione affermando che d’ora in poi i ragazzi dovranno rinunciare ad un paio di scarpe per prendersi i libri.

Che il bonus alla Cultura voluto da Matteo Renzi fosse una misura non risolutiva e non corretta nei confronti dei giovani in difficoltà è un dato di fatto, ma che questo non sia servito ad agevolare qualche studente in difficoltà economica è assolutamente falso. Il fatto poi che il nuovo ministro alla Cultura Carlo Alberto Bonisoli giustifichi l’annullamento del bonus con una frase superficiale è motivo di critica e indignazione. Il ministro ha infatti detto sul bonus: “Meglio far venire la fame di cultura ai giovani facendoli rinunciare ad un paio di scarpe”.

Ministro Bonisoli, bonus cultura: la risposta degli studenti 

Immediata, infatti, la risposta dei rappresentati degli studenti che non criticano la scelta di annullare il bonus in sé, ma quella di non sostituirlo con una misura di assistenza agli studenti in difficoltà economica che annulli le differenze: “Le parole del Ministro Bonisoli ci lasciano profondamente amareggiati. Non viene presentata un’alternativa valida ad una misura sbagliata, non viene affermato che si debba investire nel diritto allo studio e nell’accessibilità gratuita alla cultura!”, afferma Giammarco Manfreda, coordinatore degli studenti medi.

Molto critica riguardo l’assenza di un’alternativa al bonus che possa aiutare gli studenti in difficoltà è stata anche Elisa Marchetti, coordinatrice nazionale dell’Unione Universitari, che ha fatto notare come invece di criticare la forma d’incentivo alla cultura disposto dal precedente governo: “Si passa a criticare l’idea generale di incrementare la fruizione della cultura da parte dei giovani”. Ma non solo, la Marchetti critica al ministro di aver fatto passare un’idea diversa dal reale dell’utilizzo del denaro da parte dei giovani: “Il Ministro allude di fatto ad una tendenza giovanile all’uso irresponsabile e allo sperpero delle risorse economiche. Questo è solo un luogo comune, e anzi, tutti i dati relativi alla situazione economica e reddituale delle giovani generazioni disegnano una situazione veramente tragica”.

Poco altro da aggiungere alle parole di questi due ragazzi, il bonus alla cultura sarà stata una misura scorretta che teneva conto delle differenze economiche esistenti tra gli studenti ed andava a premiare anche chi economicamente stava bene, ma affermare che ogni giovane italiano ha utilizzato il bonus alla cultura per comprarsi le scarpe da 200/300 euro è altrettanto scorretto, visto che ci sono ragazzi costretti a lavorare per continuare gli studi e famiglie che si indebitano pur di contribuire all’istruzione del figlio nella speranza che così abbia  un futuro migliore, distante dalla necessità di fare di tutto pur di non vedersi sottratta la casa a fine mese.

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