Il padre picchia il prof, ma l’alunno viene promosso. L’insegnante: “Me ne vado”

Il padre picchia il prof, ma l’alunno viene promosso. L’insegnante: “Me ne vado”. Questa clamorosa storia arriva da Treviso dove sicuramente è imbarazzante quello che è successo. Ci troviamo di fronte a una situazione che può regalare un po’ di apprensione soprattutto se si lavora all’interno dell’ambito scolastico. L’epilogo però è ancora peggiore di quanto ci si potesse aspettare con i cittadini che sono davvero infuriati in merito.

Il padre picchia il prof, ma l’alunno viene promosso e…

Lo scorso 23 dicembre nell’atrio di una scuola media un insegnante di matematica, Giuseppe Falsone, è stato aggredito dal padre di un ragazzo. Di recente questi è stato promosso e il professore ha dichiarato di voler lasciare l’Istituto comprensivo Casteller. Una situazione paradossale che lascia tutti senza parole e crea un po’ di preoccupazione anche perché potrebbe creare un vero e proprio precedente.

Come riportato dal Leggo il professore ha parlato e spiegato: “Ho chiesto il trasferimento perché la cosa è stata gestita da parte della scuola in maniera inopportuna. Hanno preferito tutelare l’utenza piuttosto che gli insegnanti che lavorano seriamente. Metto in chiaro che ho chiesto di andarmene perché l’ambiente in cui lavoravo non mi ha dato assolutamente una mano. Il comportamento dell’istituto è stato davvero vergognoso”.

Il professore però non ce l’ha col ragazzo, spiega infatti: “Non ce l’ho col ragazzo, ci mancherebbe. Resta il fatto che trovo sia altamente diseducativo il messaggio che è stato mandato con la sua promozione. Ma questo non solo nei confronti di questo alunno, di cui in sostanza abbiamo avvallato il comportamento, a partire da quando mi ha detto che avrebbe chiamato i genitori per farmi picchiare. Quello che è grave è quanto fatto nei confronti degli altri ragazzi ai quali abbiamo capito che possono fare quello che vogliono. Tanto alla fine qualcuno ti promuove. Anche se per fortuna devo dire che ci sono diversi colleghi all’interno della scuola che a loro volta pensano sia diseducativo promuovere i ragazzi“.

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