Spagna, crisi di governo: sfiduciato Mariano Rajoy

sfiduciato Mariano Rajoy
(Pablo Blazquez Dominguez/Getty Images)

Spagna, crisi di governo: sfiduciato Mariano Rajoy, presidente del Consiglio in carica e massimo esponente del Partito Popolare.

Se in Italia la formazione del governo Conte ha posto fine a quasi tre mesi di crisi istituzionale, la Spagna deve fare i conti con la caduta del governo. Mariano Rajoy è stato estromesso come primo ministro spagnolo dopo che il parlamento del paese ha votato che non aveva fiducia nel suo governo. Rajoy è stato sostituito dal suo rivale socialista Pedro Sanchez dopo che i deputati hanno votato 180 voti a 169 per renderlo il nuovo primo ministro, con un’astensione. Confermate dunque le previsioni della vigilia.

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Perché Mariano Rajoy è stato sfiduciato?

Il primo ministro uscente di centro-destra, che è in carica dal 2011, è stato estromesso dal suo incarico in seguito a una serie di scandali e corruzione che hanno scosso il suo governo e portato a dimissioni ministeriali. Sanchez è stato sostenuto dal gruppo anti-austerità di Podemos e da una costellazione di piccoli partiti regionali nel voto di sfiducia che ha fatto crollare il governo di Rajoy.

Secondo il sistema spagnolo, un voto di sfiducia deve anche proporre un nuovo primo ministro per sostituire quello che viene estromesso dalla carica. Se Rajoy fosse sopravvissuto al voto di oggi, avrebbe dovuto affrontare ulteriori sfide da parte di altri partiti di opposizione che speravano di cacciarlo alle loro condizioni. Tra questi i liberali di centro destra, Ciudadanos, che stanno salendo in alto nei sondaggi e vogliono elezioni subito.

Spagna, crisi politica: cosa accadrà ora

Prima del voto di sfiducia, Rajoy ha dichiarato al congresso dei deputati: “Pedro Sánchez sarà il primo ministro del governo e voglio essere il primo a congratularmi con lui. È stato un onore essere il primo ministro del governo spagnolo. È stato un onore lasciare una Spagna migliore di quella che ho trovato. Spero che il mio sostituto possa dire lo stesso, lo auguro per il bene della Spagna”.

Il Primo Ministro Sanchez ha dichiarato: “Oggi la democrazia ha vinto”. Ha aggiunto: “Sta iniziando una nuova era nella politica spagnola”. Nel frattempo, il leader di Podemos, Pablo Iglesias, ha aperto uno spiraglio ai socialisti, chiedendo di unire le forze per “lasciarsi alle spalle un periodo di corruzione, disuguaglianza e confronto” e costruire “una Spagna che nessuno vuole lasciare” con “un governo plurale e stabile”. Un simile accordo potrebbe assumere una forma simile alla situazione oltre il confine in Portogallo, dove il partito socialista di centrosinistra ha gestito un governo anti-austerità con il sostegno della sinistra radicale e dei comunisti. In Spagna però difficilmente Sanchez avrà i numeri per governare e quasi sicuramente si andrà alle urne in autunno. La situazione in Spagna viene guardata con cautela da Bruxelles, che vede un rischio di instabilità politica nel sud della zona euro.

A cura di Gabriele Mastroleo

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