Catania: esplosi tre colpi di pistola contro la casa della maestra sospesa per maltrattamenti

Catania: esplosi tre colpi di pistola a casa della maestra sospesa per maltrattamenti
(Photo credit should read TIZIANA FABI/AFP/Getty Images)

A Catania una maestra delle elementari sospesa per maltrattamenti ai danni dei bambini è stata minacciata con tre colpi di pistola diretti verso casa sua.

Questa mattina, ad Aci Catena (Catania), sono stati esplosi tre colpi di pistola in direzione dell’abitazione di una maestra delle elementari recentemente sospesa per un anno, dopo essere stata ritenuta colpevole maltrattamenti e violenze aggravate ai danni dei suoi alunni. A denunciare l’accaduto è stata la stessa insegnante che ha denunciato l’accaduto ai Carabinieri: la donna ha dichiarato di aver sentito il rumore assordante di colpi di pistola che proveniva da molto vicino. Spaventata è andata a controllare ed ha trovato tre fori di proiettile nella porta di casa.

In seguito ad un ispezione dell’appartamento i Carabinieri hanno trovato anche i proiettili conficcati in uno dei muri dell’abitazione, si tratta dei bossoli di una calibro 75. Non è ancora chiaro, però, se l’attacco ai danni della donna sia una minaccia o si tratti di un vero e proprio tentativo di omicidio. I gendarmi stanno comunque indagando sull’accaduto, cercando qualcuno che potesse avere una questione personale con l’insegnante, ma a questo punto delle indagini ognuno dei genitori dei suoi alunni potrebbe essere un sospettato.

Catania: maestra elementare sospesa per maltrattamento

La donna è stata sospesa circa 10 giorni fa, al termine di un’indagine dei Carabinieri che ha portato alla luce comportamenti vessatori e violenti nei confronti dei bambini della sua classe. L’indagine era cominciata quando i genitori di un bambino hanno notato che il figlio aveva cambiato umore e dopo aver insistito avevano scoperto che la causa del cambiamento era il comportamento violento dell’insegnate. I carabinieri hanno quindi piazzato delle cimici grazie alle quali è emerso nitidamente l’atteggiamento vessatorio dell’insegnante e l’atmosfera di soggezione alla quale erano costretti i bambini: la maestra chiamava gli alunni “Teste di scecco (asino)” li colpiva sulla nuca, in viso e sulle mani, li strattonava violentemente per le magliette e le braccia quando voleva metterli in punizione.

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