Victoria Adams e Beckham: ecco perché lei era vestita di scuro al Royal Wedding, lo ha rivelato Giovanni Ciacci a Domenica Live.
Continua a catturare l’attenzione il Royal Wedding fra il principe Harry e Meghan Markle, avvenuto sabato. Non sono solo i due neo sposi a far discutere, ma anche i loro invitati, tra cui David Beckham, ex calciatore che ha militato tra l’altro nel Manchester United e nel Real Madrid, e la moglie Victoria Adams, cantante ed ex componente delle Spice Girls, una delle band pop più amate negli anni Novanta. La Posh Spice, che ora fa la stilista, è arrivata nella cappella st George del castello di Windsor insieme al marito. In molti hanno notato il suo abbigliamento: era vestita di blu scuro e aveva un volto per nulla sereno. Al contrario, David Beckham era come sempre raggiante al suo fianco.
Ciacci rivela: Beckham tradisce Victoria
Non è la prima volta che accade: già al matrimonio del principe William con Kate Middleton la signora Beckham si era presentata in abito scuro e sono davvero molti i fans della coppia che si chiedono se dietro queste scelte ci sia qualche non meglio precisato motivo. Sulla scelta di Victoria Adams si è espresso Giovanni Ciacci, ex concorrente di Ballando con Le Stelle ospite in studio a ‘Domenica Live’, condotto da Barbara D’Urso. L’eccentrico costumista ha spiegato che “lo sanno tutti” il motivo dell’infelicità della moglie di David Beckham.
Stando a sentire Ciacci, dietro ci sarebbero infatti i continui tradimenti di David Beckham e infatti il costumista ha chiarito: “Perché Victoria non sorride mai? Perché lui la riempie di corna. Pure con una mia amica, una tua collega spagnola! Quando Victoria è andata a Madrid l’ha trovata in una palestra, l’ha presa per i capelli e la ha trascinata per terra”. Come se non bastasse, Giovanni Ciacci si è spinto anche oltre e ha suggerito alla conduttrice di Domenica Live: “In Spagna lo sanno tutti, chiedilo ad Aida Nizar!”. Ciacci non ha però lasciato intendere quale sarebbe il nome della presunta amante di David Beckham.
A cura di Gabriele Mastroleo
