Sgarbi furioso: “Al check-in dell’aeroporto di Cagliari mi hanno derubato”

Vittorio Sgarbi si sfoga in un video su Facebook in cui racconta un episodio capitatogli all’aeroporto di Cagliari.

Vittorio Sgarbi

Cagliari non è in Italia!. Con queste parole dal taglio vaaaagamente razzista Vittorio Sgarbi introduce un nuovo video comparso nella sua pagina Facebook in cui il critico d’arte se la prende con gli addetti al controllo bagagli dell’aeroporto di Cagliari, rei di aver semplicemente voluto far rispettare le norme vigenti in tutti gli aeroporti del mondo anche a un “vip”.

Sgarbi furioso con gli addetti dell’aeroporto: “Cagliari non è in Italia”

Siamo sull’aereo da Cagliari a Roma – esordisce nel video Vittorio Sgarbi, visibilmente alterato – Cagliari è un luogo dove la vita si muove tranquilla, e uno crederebbe di essere in Italia. E invece in Italia non è, perché avvengono fenomeni di furto. Nel senso che…”.

A questo punto il pilota lo “interrompe” con il consueto messaggi di benvenuto ai passeggeri, prendendosi dell’”imbecille” da Sgarbi, che poi riprende il suo racconto.

Partendo da Palermo e passando per Roma, facendo un percorso che anche in passato ho fatto migliaia di volte, non mi è mai capitato che nella stessa borsa con lo stesso servizio in cui c’è la schiuma da barba, qualcuno volesse aprire il servizio in cui ci sono le cose per le pulizie e mi portasse via la schiuma da barba. Cioè a Palermo passa, a Roma passa, ma a Cagliari mi viene portata via ‘perché questo è il regolamento’. Ma regolamento di che? Del ca**o! A Cagliari c’è un regolamento di ladri”.

Vittorio Sgarbi: “Perché dovrei togliermi la cintura?”

Ma a quanto racconta, Vittorio Sgarbi avrebbe subito un’altra ingiustizia: “Sono anni che, superando i controlli, non mi sono MAI tolto la cintura (non capisco in che modo si possa usare, per strangolare dei cogli**i?) e invece stavolta me la sono tolta! Non capisco perché a Palermo non me l’hanno tolta, a Roma non me l’hanno tolta, a Genova non me l’hanno tolta, a Torino non me l’hanno tolta, a Milano non me l’hanno tolta… ma devo toglierla a Cagliari! Allora stabiliamo che me la tolgano dappertutto!”.

A questo punto Sgarbi lancia l’appello ai piani alti: “Caro ministro, si tratta di dire cose precise che non siano per i cittadini delle forme di vessazione e di ladrocinio. Lo Stato, gli aeroporti non possono RUBARE una schiuma da barba che io pago, non possono pretendere che uno si spogli, se no la prossima volta mi tolgo anche i pantaloni, così mi vedono anche le mutande! Ma mi devono spiegare perché a Palermo, Roma e Milano non mi tolgo la cintura per anni e oggi a Cagliari devo togliere la cintura. Io non tolgo la cintura. Non la tolgo! Possono controllare, possono verificare, se vogliono, che la mia cintura non sia un pericolosissimo strumento di terrorismo, ma non devono prendere per il c*lo! Cagliari deve tornare in Italia. Cagliari NON è in Italia!”.

Infine, arriva la minaccia: “Devono rimborsarmi la schiuma da barba. Farò un esposto perché me la rimbrosino. Costerà… 5 euro? Mi ridaranno 5 euro. E non mi tolgo la cintura. E vaffanc**o! Cagliari deve tornare in Italia!”.

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