Caduta stazione spaziale cinese: immagini radar, dove vederla in Italia

caduta stazione spaziale cinese
Le immagini radar di Tiangong-1

La possibile caduta della stazione spaziale cinese sulla Terra ancora al centro dell’attenzione: pubblicate da alcuni scienziati tedeschi le immagini radar, dove vederla domani mattina in Italia.

Gli astronomi di tutto il mondo seguono con estremo interesse il rientro incontrollato di Tiangong-1, la Stazione Spaziale Cinese in orbita intorno alla Terra e che non risponde più ai comandi a causa di un guasto avvenuto il 21 aprile 2016. Un possibile schianto di parti della stazione spaziale sul suolo terrestre potrebbe coinvolgere anche l’Italia e per questo la Protezione civile ha emesso un avviso su una possibile caduta di pezzi di Tiangong-1 sul nostro Paese, in una zona che comprende le regioni a sud dell’Emilia Romagna. Per monitorare la situazione in tempo reale, si può consultare il sito web SatView, che dedica una pagina del portale proprio alla stazione spaziale. Nel momento in cui scriviamo, Tiangong-1 sta attraversando l’Africa centromeridionale a un’altezza di circa 190 km, a una velocità di 28mila km/h.

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Le ultime immagini radar della Stazione Spaziale Cinese

Ieri, per curiosi e amanti di questa tipologia di eventi e argomenti, sul sito del Virtual Telescope Project, in collaborazione con il Tenagra Observatories in Arizona, è stato mostrato in diretta uno degli ultimi passaggi di Tiangong-1. Si è trattato di pochi frame, che però hanno suscitato particolare interesse e curiosità. I più recenti movimenti della Stazione Spaziale Cinese sono stati anche monitorati dal team del Fraunhofer Institute for High Frequency Physics and Radar Technology (Fraunhofer FHR) di Wachtberg (Germania). Per farlo, gli esperti scienziati tedeschi hanno utilizzato il radar TIRA (Tracking and Imaging Radar), tra i più potenti al mondo per le osservazioni spaziali. Si tratta di pochi secondi, ma sono le immagini finora più accurate. Quando Tiangong-1 è stata ripresa in queste immagini, poi rilanciate attraverso Twitter, completava una rotazione ogni 2 minuti e 43 secondi. La base della struttura in orbita sembra ancora perfettamente integra, come ricostruito dagli astronomi della base tedesca. Stando ai dati forniti nei giorni scorsi, man mano che perderà energia, la stazione spaziale scenderà al ritmo di 4 o 5 chilometri al giorno. Questo ritmo sarà sempre più elevato, poi a circa 120 km di altezza inizierà a disintegrarsi, ma i rischi sono quando arriverà a circa 80 km.

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Stazione spaziale cinese in caduta verso la Terra: dove si trova

Le immagini radar di Tiangong-1 – VIDEO


Dove vedere in Italia la Stazione Spaziale Cinese

Riguardo il momento del rientro, stando alle più recenti stime, fatte dal Joint Space Operations Center del Comando Strategico degli Usa, questo avverrà il giorno di Pasqua intorno a mezzogiorno, con un margine di errore di 24 ore, mentre in queste ore emergono dettagli anche su quando Tiangong-1 passerà in Italia per l’ultima volta e sarà quindi visibile in alcune parti della nostra Penisola addirittura a occhio nudo. Gianluca Masi del Virtual Telescope Project ha spiegato: “Il passaggio sull’Italia è previsto per il 30 marzo alle prime luci dell’alba, intorno alle ore 6:20. A Palermo, la stazione spaziale cinese sarà facilmente individuabile a occhio nudo, perché apparirà brillante come la stella Vega e passerà a 60 gradi di altezza. Chi volesse vederla da Roma, invece, faticherà un po’ di più: la Tiangong-1 passerà bassa sull’orizzonte e avrà una luminosità ridotta, simile a quella della Stella Polare”. Non potranno vederla invece i residenti nel Nord Italia. In ogni caso, bisognerà comunque attendere perché solo 36 ore prima del rientro si avrà un quadro più delineato rispetto a un possibile schianto e solo 4-6 ore prima sapremo esattamente se la fascia che si trova fra 42,8 gradi di latitudine Nord e 42,8 gradi di latitudine Sud e che comprende anche l’Italia, da Firenze in giù sarà esclusa da qualsiasi rischio di impatto. La situazione è anche continuamente monitorata dai sensori ottici della Sapienza, dislocati sul territorio nazionale. Fabrizio Piergentili, docente del dipartimento di Ingegneria meccanica e aero-spaziale, ha chiarito nelle scorse ore: “In questa fase le opportunità di osservare Tiangong-1 sono ridotte dalla particolare geometria orbitale e La Sapienza condivide le misure con altre strutture internazionali quali ISON -la rete di osservatori scientifici russi – e si avvale di preziose collaborazioni quale quella con il Dipartimento di Astronomia dell’Università del Michigan, negli Usa”. Grazie a questo evento, è stato possibile “provare nuovi algoritmi, messi a punto dal Dipartimento di Ingegneria Meccanica ed aerospaziale, che potranno essere utilizzati in futuro per migliorare l’accuratezza dei dati orbitali inserendo misure ottiche o radar“.

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A cura di Gabriele Mastroleo

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