Morto Gian Marco Moratti: il petroliere aveva l’Inter nel cuore

morto Gian Marco Moratti
Gian Marco Moratti e la moglie Letizia (Vittorio Zunino Celotto/Getty Images)

Morto Gian Marco Moratti: il mondo dello sport e dell’imprenditoria italiana piange il petroliere che aveva l’Inter nel cuore.

Fratello di Massimo e figlio di Angelo, entrambi ex presidenti dell’Inter, la squadra nerazzurra era una delle grandi passioni del presidente della Saras. Negli anni, ha ricoperto diversi incarichi, tra cui quelli di presidente dell’Unione petrolifera e componente del Comitato ministeriale per l’industria e l’ambiente. Fervente sostenitore di campagne contro l’uso di droghe, è stato componente del Comitato nazionale di coordinamento contro l’abuso di droghe, oltre che principale sostenitore della comunità di San Patrignano, il più noto dei centri di recupero per tossicodipendenti. In questa battaglia, Gian Marco Moratti è stato al fianco di Vincenzo Muccioli, fondatore della comunità, dando successivamente il proprio appoggio anche al figlio.

Sposatosi 2 volte, ha avuto quattro figli: Angelo e Francesca, avuti dal primo matrimonio con Lina Sotis, e Gilda e Gabriele, nati dalle seconde nozze con Letizia Brichetto, ex sindaco di Milano. L’ultimogenito, classe 1978, è considerato anche il suo erede e fa parte del consiglio di amministrazione della Saras. Il primogenito Angelo, lo stesso nome del nonno, è invece vicepresidente della società petrolifera. Gian Marco Moratti ha detenuto un record: è stato il socio più anziano della squadra dell’Inter, avendo ricevuto le prime azioni nel 1948 dal padre Angelo. Questo vuol dire che per quasi 60 anni ha avuto un ruolo di primo piano nel club nerazzurro.

La morte di Gian Marco Moratti: il cordoglio della politica

Cordoglio dal mondo politico, con Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia: “Con profondo dolore apprendiamo della scomparsa di Gian Marco Moratti, imprenditore illuminato e gentiluomo sensibile e impegnato nel sociale. Mancheranno a tutti noi il suo spirito laborioso e la composta eleganza che ne hanno fatto una delle figure più importanti del nostro Paese”.

A cura di Gabriele Mastroleo

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