Un museo con oltre 400 sculture sul fondale dell’oceano -VIDEO

400 sculture sul fondale delloceano fonte youtube

Un museo con oltre 400 sculture sul fondale dell’oceano. Avete capito benissimo, nessun refuso, nessuno scherzo; si chiama National Marine Park di Cancùn e si trova nell’isola di Mujeres e Punta Nizuc, in Messico.

Sculture a 9 metri di profondità

Si tratta probabilmente del più spettacolare museo in mare aperto: è stato ribattezzato ufficialmente MUSA, “Museo Subacuático de Arte” e vanta una collezione di oltre 400 sculture permanenti adagiate sul fondale marino, del peso complessivo di 200 tonnellate. Le opere d’arte sono state installate a partire dal 2009 dallo scultore Jason de Caires Taylor e sono collocate su di una superfice di 420 metri quadri a circa 9 metri di profondità.

Ricchissima ed eterogenea la collezione che rappresenta figure umane a grandezza naturale, ispirate anche alla cultura Maya (siamo pur sempre nel loro regno!). Particolare non trascurabile, le opere sono ad impatto zero: costituite interamente di materiale ecologico e, oltre a non inquinare, si stanno trasformando in una nuova barriera corallina: i pesci e le creature degli abissi infatti le stano progressivamente colonizzando trasformandole in opere non solo belle ma anche “vive” ed in continua evoluzione.

Molteplici le intenzioni dell’eco artista Jason de Caires Taylor: da una parte promuovere l’arte e la bellezze naturali, dall’altra salvaguardare la natura e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla fragilità di questi ecosistemi che ogni anno sono presi d’assalto da milioni di turisti poco rispettosi con danni spesso devastanti.

Benvenuti alla Pompei messicana

 

La “popolazione inanimata”, questo il nomignolo con cui è stata ribattezzata l’intera collezione de “La Evolución Silenciosa”, ricorda vagamente gli sfortunati abitanti di Pompei rimasti pietrificati al momento dell’eruzione vulcanica. Anche la tecnica con cui sono state realizzate alcune statue strizza l’occhio a Pompei: alcune opere sono state create attraverso dei calchi di individui, molti dei quali abitanti del posto e poi riempiti di uno speciale cemento che favorisce la crescita del rift.

Un’operazione che ha subito riscosso così tanto successo da diventare una tappa obbligata per coloro che passano da quelle parti. Non è tutto: la collezione è in continua crescita. Tanti sono i volontari che vorrebbero prestare il proprio “calco” per avere il loro avatar marino da esposizione. Il museo si può visitare sia facendo snorkeling, ovvero nuotando a pelo d’acqua utilizzando maschera e boccaglio, ma anche tramite imbarcazioni dotate di fondo trasparente.

di Lorenzo Ceccarelli

Impostazioni privacy