Il sentiero scavato nella roccia più spettacolare d’Italia

Sentiero nella roccia fonte Trentino.com
Sentiero nella roccia fonte Trentino.com

Un sentiero che vi catapulterà in un luogo dove il tempo si è fermato e la natura è la regina incontrastata. Una pista scavata nella roccia che vi farà sentire dei novelli Indiana Jones mentre la percorrerete alla ricerca del vostro tesoro finale, il Santuario di San Romedio. Siamo in Trentino, nello splendido scenario della Val di Non, nel territorio comunale di Coredo. Questo estasiante scenario naturale si apre ad occidente della Valle dell’Adige, all’altezza della confluenza del Noce nell’Adige. È delimitata ad oriente dai Monti Anauni che la separano dalla Bassa Atesina e dalla Val d’Adige, ad occidente dalle Dolomiti di Brenta, mentre a nord-ovest, dove nasce la Val di Sole, dalla Catena delle Maddalene.

Il sentiero scavato nella roccia: viaggio al centro della terra

Come spesso accade quando si tratta di viaggi, a fare innamorare chi sceglierà di inoltrarsi in questo itinerario non sarà solamente la meta finale, ma bensì il tragitto: la pista, conosciuta con il nome di ‘sentiero nella roccia’, è una lingua di terra che da Sanzeno, fino a giungere all’eremo di San Romedio, attraversa un profondo canyon scavato nella roccia da un antico corso d’acqua oggi oramai prosciugato.

La sensazione che avrete nell’attraversarlo sarà paragonabile a quella di passeggiare all’interno di una grotta. Quasi foste in un romanzo di Jules Verne, avrete l’impressione di entrare nelle viscere della terra: il sentiero taglia come una ferita tutta la montagna fino ad essere inghiottito dal canyon. Il vostro tragitto si dipanerà su di una passerella in legno che vi regalerà il giusto mix di emozioni ed adrenalina.

Nonostante lo strapiombo che in alcuni tratti il percorso regala, il cammino risulta adatto a tutti, sia che voi siate sportivi o camminatori amatoriali; non a caso è presente un’ulteriore barriera che impedisce a chiunque di avere le vertigini.
Il tratto più adrenalinico è solo quello iniziale poi il percorso diventa semplice ed è adatto a grandi e piccini: la maggior parte del sentiero si sviluppa quasi interamente in piano in quanto segue il corso dell’antico percorso d’acqua per circa due chilometri e mezzo.

Alla Fine del sentiero: il Santuario di San Romedio

Se il piacere del viaggio sta nel tragitto, sappiate che anche la meta finale darà sollievo ai vostri occhi: il già citato Santuario di San Romedio (luogo dedicato alla figura dell’omonimo Santo) è situato su di un ripido sperone di roccia, nello splendido scenario naturale della Val di Non: viene visitato da circa 200.000 pellegrini ogni anno.

Il Santuario è costituito da cinque chiese costruite nell’arco di circa novecento anni a cavallo tra il 1000 ed il 1918. La Chiesa antica ed il sacello, un portale romanico e una Madonna con bimbo benedicente (XII secolo) portano sul culmine della rupe dove riposano i resti mortali di San Romedio. La Chiesa di San Romedio, costruita nel 1536 dai conti Thun davanti ai resti dell’antica chiesa, accoglie i pellegrini presso il cuore del santuario. La Chiesa di San Michele, struttura in stile gotico-clesiano con volte a botte, la Cappella dell’Addolorata ed appunto il Santuario dell’Omonimo San Romedio.
Le cinque chiese sono state costruite a ridosso di una ripida parete di roccia e sono unite tra loro dai 130 gradini di una spettacolare scalinata. Nel luogo troverete due frati dell’Ordine di San Francesco d’Assisi, custodi di questo incantevole sito.

Santuario di San Romedio fonte wikicommons/MarkusMark - Opera propria
Santuario di San Romedio fonte wikicommons/MarkusMark – Opera propria

La leggenda dell’orso di San Romedio

Chiudiamo con la suggestiva storia del Santo a cui è dedicato questo luogo di preghiera, la Leggenda dell’Orso. Si narra che, volendo recarsi a Trento per un ultimo saluto al suo Vescovo Vigilio, chiese ad un suo discepolo di sellargli il cavallo. Questi però tornò indietro raccontando che un orso stava sbranando l’animale. Il vecchio eremita non si scompose e gli disse: “Allora metti le briglie all’orso”. Il discepolo tornò indietro e, nonostante il timore, avvicinò le briglie all’animale il quale  incredibilmente chinò il grosso capo e si fece sellare. Il Santo poté così raggiungere Trento …a cavallo dell’orso!

di Lorenzo Ceccarelli

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