L’affascinante leggenda dei laghi di Avigliana

Laghi di Avigliana fonte pinterest
Esistono dei laghi in Italia che sembrano usciti direttamente dalle favole: non a caso la loro storia è legata indissolubilmente a quella di un principe. Stiamo parlando dei Laghi di Avigliana: un posto talmente fiabesco e bello da essere inserito di diritto nell’elenco dei più belli d’Italia (tra i soli 7 laghi che possono vantare 5 vele sulla Guida Blu di Legambiente e Touring Club).

Siamo a in Val di Susa, nel comune di Avigliana, provincia di Torino. I laghi di Avigliana sono due piccoli laghi di origine morenica; si usa il plurale nel definirli in quanto lo specchio d’acqua è separato da un sottile istmo che da così vita a due distinti specchi d’acqua, rispettivamente Lago Grande e Lago Piccolo.

A rendere così magico questo posto contribuiscono, e non poco, le sfortunate vicende di uno povero principe che proprio in queste acque trovò una prematura morte. Decesso, ad onore del vero non accidentale: il nobile fu condannato a morte e perì appunto per annegamento.

La leggenda del Principe Filippo

Una tragica fine che nel corso degli anni si è legata a questi luoghi alimentandone le leggende ed il folclore. La storia che vi abbiamo appena narrato è risalente all’anno domini 1367: il nobile in questione fu Filippo II di Savoia, Principe di Acaja, figlio di Giacomo, cugino del Conte Verde. Il giovane, dopo essere stato usurpato del proprio regno e mandato in esilio ad Alessandria, radunò un esercito con i Visconti di Milano ed i Marchesi del Monferrato per vendicarsi. Giunto al castello di Avigliana venne però facilmente sconfitto e fatto prigioniero dal Conte Verde fino al tragico epilogo.

Una leggenda: due finali

La pena fu eseguita il 21 dicembre 1368: in quella data Filippo II trovò la morte nelle acque gelate del Lago Grande. Oppure no? Ben due leggende racconterebbero un finale diverso di questa sanguinosa faida. Secondo una tradizione popolare, Filippo II fu salvato dal beato Umberto di Savoia, antenato dei contendenti e nato proprio ad Avigliana, di cui il condannato aveva un medaglione al collo. Filippo sarebbe quindi scappato a Fatima, nell’odierno Portogallo, dove sarebbe morto nel 1418.

La seconda leggenda, ancora più fantasiosa, vorrebbe che all’esecuzione della condanna a morte, Filippo II non abbia lasciato del tutto il lago di Avigliana. Il suo spirito, tormentato da una fine così cruenta, sarebbe comparso nel corso dei secoli e tuttora emergerebbe dalle acque dei laghi dove venne giustiziato nel 1368. Tanti sarebbero gli abitanti del luogo pronti a giurare di aver visto o sentito i lamenti del nobile in particolari notti illuminate dal chiaro di luna. Che crediate o meno alla vicenda, sicuramente questa storia, per quanto tragica, non può che aumentare il fascino di questi scenari, soprattutto quando scende il buio.

di Lorenzo Ceccarelli

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