Il Santuario nel cuore dell’Italia dove un fiore durò per mesi: benvenuti ad Ostra

Ostra, Madonna della Rosa fonte Turismo marche
Ostra, Madonna della Rosa fonte Turismo marche


L’Italia è un paese notoriamente ricco di Santuari e luoghi sacri
che nel corso dei secoli hanno visto il manifestarsi di prodigi e miracoli. Numerosi luoghi, nonostante rappresentino un punto di riferimento per i fedeli nativi, sono sconosciuti ai più.

Sia che voi siate ferventi fedeli oppure no, quasi sempre, nei luoghi dei prodigi sono sorte Chiese e monumenti di tale splendore da meritare comunque una visita. Oggi vi parliamo di Ostra, comune italiano di 6.854 abitanti della provincia di Ancona.

Nonostante esista una documentazione parziale leggenda vuole che il comune sia nato nella sua attuale locazione nell’anno 410 d.C., quando l’antico municipio romano di Ostra (le cui rovine si trovano oggi in località “Le Muracce” di Ostra Vetere) venne distrutto dai Visigoti di Alarico. I cittadini sopravvissuti decisero allora di rifugiarsi su di un colle poco distante, di proprietà del loro concittadino Bodio, dove venne stabilito di rifondare il centro abitato. Nacque così Monte Bodio (o Montalboddo), che mantenne questo nome fino al 1881: in questo anno, infatti, si decise di tornare all’antico appellativo di Ostra, proprio per avvalorare la diretta discendenza del borgo attuale dall’antico municipio romano.

Questo piccolo comune dalle fortificazioni medioevali ancora presenti, oltre ad essere una splendida cartolina della regione è il luogo che vide consumarsi quello che è stato riconosciuto dalla Chiesa come un vero e proprio miracolo: i fatti si svolsero in un’edicola che ospitava un’immagine della Vergine dipinta su di una rozza parete situata in una valle della campagna di Ostra, ai piedi di un colle.

L’immagine, che è ancora oggetto di devozione, rappresenta la Vergine che reca nella mano sinistra una rosa rossa e con il braccio destro stringe il Bambino, motivo per cui ha preso il nome di Madonna della Rosa.
Nel 1666 una fanciulla pose davanti alla sacra immagine un giglio che rimase per mesi fresco e profumato. L’evento fu ritenuto prodigioso ed i miracoli si moltiplicarono: a questo primo fatto, se ne aggiunse un altro sempre nel 1666 a breve distanza dal primo.

Una ragazza di Ostra di nome Anna con la mamma gravemente malata andò a pregare davanti al dipinto della Madonna della Rosa e dalla fonte lì accanto attinse dell’acqua che, giunta a casa, fece bere alla madre.
La donna malata guarì immediatamente.

Tornata davanti all’immagine per ringraziarla vi lasciò una tabella votiva, primo ex voto della numerosa collezione oggi presente nel Santuario.

La notizia circolò velocemente per la città fino all’orecchio di un uomo, anch’egli da tempo malato, che si recò a bere alla fonte; anche lui guarì prontamente.
Di lì a poco un terzo degente con una invalidante malattia alle gambe si bagnò con l’acqua della fonte e si ristabilì completamente.

In breve tempo la gente iniziò ad affollarsi davanti all’immagine della Madonna chiedendone la grazia e riportando, dopo averla ottenuta, tavolette votive di ringraziamento. Così che nel 1668 proprio attorno all’edicola venne costruita una piccola Chiesa. Nel 1726 l’immagine fu solennemente coronata dal Capitolo Vaticano. Nel 1748 fu innalzato il nuovo tempio che fu terminato in sei anni e benedetto il 5 agosto 1755.

Tra il 1887 ed il 1891 furono edificati dall’architetto Francesco Vespasiani il campanile e la facciata che i tanti fedeli possono ammirare ancora oggi. La primitiva chiesetta fu racchiusa nel nuovo tempio: nella porta d’ingresso fu innalzato l’attuale altare maggiore dedicato all’Assunta.

La Cappella della Madonna, dietro all’altare, è diventata una specie di cripta Basilicale avvolta nella penombra. Non è tutto: le acque del ruscello, strumento di tanti prodigi, vennero quindi raccolte in un pozzetto ai piedi dell’altare di Maria, ed anche oggi, come allora, i fedeli rimangono sorpresi dal fatto che il volume dell’acqua si mantenga sempre al livello di 80 centimetri, sia d’estate come d’inverno, qualsiasi quantità se ne attinga. Cosa aggiungere? Fate una capatina nelle Marche, che voi siate fedeli o meno, non ve ne pentirete.

Di Lorenzo Ceccarelli

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