Attentato a New York, spunta l’identikit di un sospetto

Attentato a New York (BRYAN R. SMITH/AFP/Getty Images)
Attentato a New York (BRYAN R. SMITH/AFP/Getty Images)

Attentato a New York. Sabato sera intorno alle 20.30 (le 2.30 in Italia) una fortissima esplosione ha colpito il quartiere Chelsea di Manhattan, nel cuore di New York. L’esplosione è stata provocata da un ordigno artigianale nascosto in un cassonetto sulla 23^ strada tra la Sesta e la Settima Avenue. Una zona molto frequentata, per la presenza di diversi ristoranti e negozi e anche di diverse intersezioni della metropolitana. Fortunatamente non ci sono state vittime, solo 29 feriti, di cui uno più grave, che poche ore dopo sono stati dimessi dall’ospedale. L’ordigno era formato da una pentola a pressione riempita con schegge metalliche. Una bomba molto simile a quelle che esplosero durante la maratona di Boston, nell’attentato dell’aprile 2013.

Prima di fare ipotesi sull’accaduto, gli inquirenti, la polizia e il sindaco di New York Bill De Blasio hanno impiegato molta cautela. Le prime informazioni diffuse sono state sulla natura dell’esplosione e l’ordigno che l’aveva provocata. Subito è stato chiaro che si era trattato di un atto intenzionale, ma per non allarmare inutilmente i cittadini si è aspettato prima di parlare di terrorismo.

Poco dopo, a qualche isolato di distanza, ma sempre sulla 23^ strada, è stato trovato un secondo ordigno artigianale, sempre realizzato con una pentola a pressione, da cui uscivano dei fili collegati ad un telefono cellulare. Vicino alla pentola è stato trovato un pezzo di carta con una scritta. Un terzo pacco sospetto ritrovato sempre nella stessa zona, invece, si è rivelato un falso allarme.

Per tutta la notte tra sabato e domenica a New York è stata emergenza, con il dispiego di imponenti misure di sicurezza. Le persone che abitano sulla 23^ sono state fatte uscire di casa, finché l’allarme non è rientrato. Massiccio lo spiegamento di mezzi di sicurezza e forze di polizia.

Per tutta la giornata di ieri si sono rincorse le notizie sulle origini dell’attentato a New York. Nel frattempo l’Fbi ha fermato 5 persone. Il fermo è avvenuto durante un posto di blocco nei pressi del ponte di Verrazano che unisce Brooklyn a Staten Island. I cinque stavano facendo rientro dal New Jersey verso l’aeroporto Jfk di New York e avevano armi in auto.

Poi, nelle ultime ore è scattato un nuovo allarme a seguito del ritrovamento di altri ordigni nella stazione ferroviaria di Elizabeth, città del New Jersey situata poco sopra Staten Island, al confine con la città di New York. La scoperta, del tutto casuale, è stata fatta da alcuni senza tetto che dormivano in stazione. Intorno alla mezzanotte e mezza locale, quando in Italia erano le 6.30, una delle bombe, contenuta in uno zaino insieme ad altri ordigni, è esplosa, mentre un robot di una squadra di artificieri dell’Fbi cercava di disinnescarla. Fortunatamente nessuno è rimasto ferito. Poi, gli inquirenti hanno trovato altre tre bombe collegate tra loro con dei fili. Lo ha comunicato la Cnn, spiegando che si tratta di ordigni tipo ‘pipe-bomb’ (tubo bomba).

A seguito di questi ultimi ritrovamenti, l’Fbi è risalita ad un uomo di 28 anni di origine afghana, naturalizzato statunitense e residente a Elizabeth. Il suo nome è Ahmad Khan Rahami. L’Fbi ha fatto irruzione a casa sua, ma lui non c’era. L’uomo è ricercato e la polizia di New York ne ha diffuso l’identikit tramite Twitter.

Si sarebbe risaliti a Ahmad Khan Rahami dalle videocamere di sorveglianza. Il sospetto “e’ armato e pericoloso”, ha detto il sindaco di New York, Bill de Blasio. Dietro l’esplosione a Chelsea e le bombe ad Elizabeth ci sarebbe lui. Gli episodi, quindi, sarebbero riconducibili ad un atto di terrorismo con legami internazionali. Come ha spiegato il governatore di New York Andrew Cuomo. Diversi funzionari di polizia temono che una cellula terroristica attiva, composta da molteplici attori, possa essere al lavoro nell’area di New York e New Jersey. L’allerta è massima.

Esplosione a New York e bombe in New Jersey – Servizio di Euronews – VIDEO

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