Sapete cosa succede al vostro cervello quando avete un déjà-vu?

Istock by Getty Images
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Déjà-vu significa “già visto”. Alzi la mano a quanti tra noi è capitato improvvisamente di avere la sensazione di avere già vissuto una situazione, un gesto, un luogo. Questo attimo – che di solito si presenta come un lievissimo capogiro di pochissima durata – può durare anche qualche secondo. Ma da cosa dipende? In realtà questa manifestazione è un mistero per la scienza.

I ricercatori dell’Istituto di bio-immagini e fisiologia molecolare del Cnr, in collaborazione con la clinica neurologica dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, hanno provato a svelare i segreti del fenomeno, studiando ovviamente il cervello. Finora ci si era sempre concentrati sul déjà-vu in condizioni normali; la nuova ricerca invece ha osservato il cevello in condizione patologica. Nei pazienti epilettici infatti il déjà-vu è determinato da scariche all’interno del cervello. Si è poi confrontati questi pazienti con quelli  in condizioni di normalità, ma in cui il fenomeno si presenta molto frequentemente.

I pazienti epilettici hanno infatti delle alterazioni nella corteccia visiva e nell’ippocampo, cioè quelle aree che interessano il riconoscimento visivo e la memoria a lungo termine; questo spiegherebbe che il déjà-vu, è un sintomo di una memoria reale, anche se falsa. Per le persone che provano la stessa esperienza, si tratta invece di variazioni anatomiche di lieve entità  nella corteccia insulare, quell’ area cerebrale che ha il compito di inviare le informazioni al sistema limbico, correlato a funzioni complesse come le emozioni e l’umore. QIn altre parole si tratterebbe di un’alterazione sensoriale di uno stimolo percepito: non si tratta di memoria, ma di qualcosa che abbiamo già provato e che viene attivato nuovamente nel cervello, un po’ come quando riconosciamo un odore famigliare che ci riporta ad un momento della nostra vita. Si rivive insomma quel momento, non la situazione esatta, anche se ci pare così.

 

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