TOP 5: luoghi che rischiano di scomparire

da GettyImages

Meraviglie della natura e della storia che rischiano di scomparire \ Roma – Inquinamento, cambiamenti climatici ma anche guerre e semplici carenze di fondi: le cause del pericolo di scomparsa di alcuni dei luoghi più belli del mondo sono variegate e a volte anche assurde, tristi segni della devastazione del tempo che necessitano di interventi tempestivi ed efficaci per poter essere scongiurati.

Se infatti si vuole tutelare il patrimonio mondiale a vari livelli c’è bisogno di impegno, prevenzione ma anche di tanta buona volontà. Ecco allora alcuni dei siti su cui è indispensabile intervenire al più presto, quelli che versano insomma in maggior pericolo e la cui perdita sarebbe davvero imperdonabile.

  1. Tuvalu: gli studiosi sostengono che questo Paese dell’oceano Pacifico sarà il primo a scomparire a causa dei cambiamenti climatici. L’aumento delle temperature ha infatti causato un proporzionale moltiplicarsi delle tempeste che vanno erodendo sempre più la costa, cancellando così progressivamente Tuvalu.
  2. Tempio di Angkor Wat, Cambogia: un tempo sotto la protezione dell’Unesco come luogo a rischio, questo antichissimo sito, sopravvissuto a invasioni e guerre civili, è ora attaccato da muschi, licheni e batteri, per non parlare poi delle orde di turisti. Purtroppo dal 2004 l’Unesco l’ha dichiarato fuori pericolo e le sue mura rischiano ora di scomparire per sempre.
  3. Paludi di Everglades, Florida: il flusso delle acque che mantiene questo delicato eco sistema è ora minacciato da pesticidi e fertilizzanti, veri e propri killer della natura.
  4. Grande Barriera Corallina, Australia: la metà di questo paradiso sommerso è già scomparsa negli ultimi ventisette anni e ora l’acidità delle acque e il proliferare delle stelle di mare che si nutrono dei coralli rischia di terminare l’infausta opera.
  5. Piramide di Zoser, Egitto: l’inquinamento dell’aria, i rifiuti e lo scorrere del tempo mettono in pericolo la stabilità di questa piramide a gradoni, i cui lavori di restauro iniziati quattro anni fa si sono ora dovuti fermare per mancanza di fondi.

 

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