Primi risultati delle indagini circa i fatti di Roma del 15 ottobre \ Roma – A mesi di distanza si torna quest’oggi a parlare dei fatti di Roma del 15 ottobre, la giornata in cui la città fu letteralmente messa a ferro e fuoco nel corso di un corteo di protesta. Quello che era iniziato come una manifestazione pacifica si trasformò in una sorta di guerriglia umana il cui ricordo sarà per i romani e non difficilmente cancellabile: oggi però si tenta di iniziare quantomeno a mettere un punto a questa triste vicenda, scovando i primi colpevoli di quegli scontri.
La Digos e i carabinieri del Ros hanno infatti proceduto a diversi blitz in varie città italiane, i cui numeri sembrano alquanto convincenti: 5 misure cautelari a Roma , 4 misure dei domiciliari a Teramo e provincia, un arresto ai domiciliari ad Ancona, 3 misure dell’obbligo di presentazione alla PG in Padova, Cosenza e Macerata, nonchè 14 decreti di perquisizione locale e personale nelle stesse località.
Le persone coinvolte appartengono per lo più all’area antagonista e a quella anarchica, con alcune eccezioni, soprattutto nella zona di Teramo, di indagati affiliati a frange ultras di alcune tifoserie.
Un segno importante quello dato dalle forze dell’ordine che, con simili azioni, testimoniano che i fatti di Roma non sono stati dimenticati.