Tragedia Costa Concordia: il carburante minaccia l’ambiente

Nave da crociera naufraga al Giglio, si teme l’emergenza ambientale \ Roma – Si teme per le vite umane, si teme per le ripercussioni sul settore crocieristico e si teme ora anche per l’ambiente: il naufragio della Costa Concordia nelle meravigliose acque del Giglio è sempre più una fonte di ansia e paura; all’appello mancano ancora 16 persone tra cui una bambina di cinque anni, suo padre e la compagna di lui.

Se i dispersi sono senza dubbio la maggior ragione di preoccupazione, al momento si teme anche per la sopravvivenza non delle persone ma dell‘ambiente: una meraviglia della natura come l’isola del Giglio si vede infatti ora minacciata da 2.200 le tonnellate di olio combustibile più 200 di gasolio. A lanciare l’allarme non sono questa volta solo gli ambientalisti più convinti, ma anche il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, che ha convocato per oggi pomeriggio, nella prefettura di Livorno, una riunione tecnica: lo scopo è trovare il modo per eliminare al più presto l’enorme minaccia che si staglia a largo delle coste dell’isola.

Si è già provveduto a mettere quanto più possibile in sicurezza l’area, collocando «500 metri di barriere galleggianti per arginare l’espansione in mare dell’eventuale macchia di gasolio, 800 metri di panne assorbenti, pompe e altre attrezzature», come spiega Lorenzo Barone, responsabile scientifico della sezione navi anti-inquinamento del dicastero ambientale.

Non resta ora che attendere il momento in cui si potrà intervenire direttamente sull’imbarcazione: in quel frangente saranno i sommozzatori i primi ad intervenire, chiudendo la faglia che ha fatto affondare la nave; si procederà poi a far fuoriuscire il carburante con dei getti di vapore, circoscrivendolo con i panni assorbenti e conducendolo vero una imbarcazione che lo aspirerà. L’operazione è naturalmente molto delicate e il minimo intoppo rischia di rovinare per sempre una vera e propria perla del Mediterraneo.

Un simile pericolo non può che portare ancora una volta a interrogativi sull’opportunità di far viaggiare simili colossi del mare in aree protette: questa volta però i dubbi vengono abbracciati non solo da gruppi come Legambiente ma anche dalla stessa politica; il ministro Clini ha infatti dichiarato che «queste navi vengono usate come se fossero dei vaporetti. Questo non è turismo sostenibile ma è turismo pericoloso. Dobbiamo intervenire rapidamente e con decisione per evitare che queste grandi navi arrivino vicino ad aree ambientalmente sensibili».

La priorità resta comunque un intervento tempestivo e poi, come ha ricordato il governatore Enrico Rossi, «vanno riviste subito le regole».

Francesca Testa

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