News | Morte Gheddafi: la Nato al ritiro

GHEDDAFI UCCISO CON UN COLPO DI PISTOLA METRE IMPLORAVA PIETA’, FINE DELLA GUERRA IN LIBIA \ ROMA – Nascosto in un tunnel di cemento e implorante pietà: questi gli ultimi istanti di vita di un uomo che non è certo andato verso la morte da eroe. Muammar Gheddafi, il rais che ha tenuto in pugno per anni la Libia giurando fino all’ultimo giorno di vita che il Paese era e sarebbe rimasto suo, è morto ieri a Sirte con un colpo do pistola alla testa: dinamiche ancora oggi incerte quelle che hanno condotto Gheddafi alla morte; si sa solo che il rais viaggiava su un convoglio di sette macchine in fuga da Sirte, oramai caduta in mano ai ribelli, quando aerei della Nato hanno aperto il fuoco costringendo una delle vetture a deviare. La ricostruzione si fa qui più fumosa: c’è chi sostiene che il colonnello fosse già ferito e chi invece, come l’ambasciatore libico a Roma Abdel Hafed Gaddur, parla di un intervento immediato dei rivoltosi: comunque siano andate le cose, Gheddafi è finito in quel piccolo tunnel di cemento sotto terra dove a trovato la morte con un colpo alla testa esploso da un ventenne già divenuto eroe per tutta la Libia; lui si porta via una pistola d’oro appartenuta al rais e un ricordo che ne segnerà, nel bene o nel male, il resto della vita, la Libia strappa da questa giornata una libertà senza prezzo che chiude 42 anni di dittatura.

Quest’ultima consapevolezza in particolare è oramai tanto tangibile da spingere la Nato ha valutare un ritiro quanto mai imminente: il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen ha infatti affermato che “la missione della Nato in Libia finirà d’accordo con l’Onu ed il Cnt […] ora il momento è molto più vicino.“. Si tratta di una missione che, si tiene a sottolineare, può essere senza dubbio definita come vittoriosa: la nato è stata senza dubbio partecipe degli ultimi moneti che hanno poi condotto Gheddafi alla morte dando così un valore in più a questa discussa missione.

Adesso però, lasciando da parte festeggiamenti, dubbi e meriti, è il momento, come hanno specificato il Presidente Napolitano e il presidente Obama, di costruire una nuova Libia, più libera e più giusta.

Francesca Testa

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