News | Alga tossica in Sicilia; le spiagge a rischio

MOLTE PERSONE INTOSSICATE NELLE ULTIME SETTIMANE, PARTITI I CONTROLLI DELL’ARPA PER VERIFICARE LA BALNEABILITà DELLA ZONA \ Roma – Già due settimane fa erano stati registrati i primi casi ma, nella giornata di domenica scorsa, dopo aver fatto il bagno nelle acque di alcune spiagge della costa palermitana, circa 50 persone si sono recate alla guardia medica e all’ospedale tutte con gli stessi sintomi: prurito, febbre, tosse , vomito e malessere generale. L’unica cosa che avevano in comune? Aver fatto il bagno tra le acque dell’Isola delle Femmine, di Capaci  e di Trappeto.

La causa di questa intossicazione sembra essere un’alga potenzialmente nociva presente in mare, dal nome Ostropsis Ovata, sulla quale sono scattati i controlli dell’ Arpa, in modo tale da permettere all’amministrazione locale di decidere se proclamare il divieto di balneabilità nelle aree in questione.

L’alga incriminata è normalmente presente nel Mediterraneo ma, a causare l’intossicazione dei bagnanti sembra che la colpa sia legata all’enorme quantità di questa alga giunta nel golfo di Palermo dalle navi da crociera. Inoltre dopo il periodo di gran caldo, che NE  aveva permesso la fioritura, l’arrivo del vento di maestrale ha fatto in modo da disperdere le sostanze tossiche che essa contiene causando così malori e problemi alle vie respiratorie dei bagnanti. Come riportato anche dall‘Assessorato all’ambiente della Regione Sicilia, il problema non è legato al contatto ma, il fenomeno di intossicazione è dovuto all’inalazione delle tossine.

Il fenomeno dell’alga tossica è comunque preoccupante dal momento che all’inizio di giungo le rilevazioni ambientali effettuate, non lasciavano presagire nulla di simile con valori assolutamente nella norma; Inoltre la presenza dell ‘Ostropsis Ovata non è registrata solo in Sicilia ma, qualche giorno fa è stata notata anche sul litorale laziale e su quello toscano. Fino a che non saranno conclusi i test dell’Arpa le spiagge tra Capaci e Trappeto non sono state chiuse e sono tutt’ora frequentate dai turisti ma, non si esclude la possibilità di prendere provvedimenti più severe nel momento in cui i risultati mostrino la pericolosità dell’alga.

Federica Fralassi

 

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