Rosazza, il borgo più misterioso d’Italia

Rosazza fonte wikipedia
Un luogo denso di mistero
che sembra uscito da un romanzo di Dan Brown. Stiamo parlando di Rosazza, comune italiano con appena 95 abitanti situato nella provincia di Biella in Piemonte. Cosa rende questo paesino (semi) fantasma così speciale? A rendere questa località una meta estremamente appetibile per gli occultisti o gli appassionati di simbologia esoterica sono le tante tracce massoniche presenti nel borgo. Non è un caso se Rosazza sia stato ribattezzato la Rennes-Le-Chateau italiana.

La Rennes-Le-Chateau italiana

Per chi non lo sapesse Rennes-Le-Chateau è un piccolo paese dell’Aude a sud della Francia che, ogni anno, è meta di migliaia di amanti del mistero e cercatori di tesori, richiamati dalla presenza di un presunto “tesoro” che sarebbe nascosto in paese o nei dintorni, presumibilmente ritrovato dal parroco che eresse la locale chiesa di Santa Maddalena.

Tornando alla nostra cittadina del mistero, il filo invisibile che la collegherebbe alla sua cugina francese, sarebbe riscontrabile nella massiccia presenza di simboli massonici. Proprio nel paesino si sarebbero tenuti gli incontri indetti da Federico Rosazza, Senatore del Regno e già membro della Giovane Italia mazziniana e Grande Maestro Venerabile della massoneria di Biella. Le riunioni si sarebbero svolte presso la torre civica del Palazzo comunale.

Il castello di Rosazza

Proprio il castello, edificio fortemente voluto da Rosazza e che svetta sulla minuscola cittadina con la sua torre guelfa, sarebbe pregno di ‘segnali’ che racconterebbero della pesante presenza massonica nella zona. La struttura e l’architettura stessa sono infatti strettamente connessi ad una simbologia in tutto e per tutto riconducibile a quella evocata dalla Massoneria.

Il singolare maniero fu completato nel 1899, ovvero l’anno dopo la morte di Rosazza. L’edificio fu interamente progettato da Giuseppe Maffei, amico stretto di Rosazza, che attinse particolari elementi murari dalla cosiddetta ‘estetica della rovina’: false murature sbrecciate trattate con acido nitrico, finti colonnati ed architravi, allo scopo di richiamare gli antichi templi di Paestum, il tutto farcito da inequivocabili riferimenti esoterici.

Ad esempio, l’arco di accesso al castello riproduce quello della città di Volterra: qui si possono ancora ammirare le teste di tre valligiane con una stella a cinque punte tra i capelli. Altro chiaro riferimento alle rovine di Paestum è uno dei due orsi scolpiti in pietra locale, collocati intorno al laghetto del giardino.

I turbamenti di Federico Rosazza

Sulla scelta dell’architettura cittadina, che potremmo definire alquanto bizzarra, avrebbero pesato le vicende personali. La sua vita fu turbata da due grandi lutti: prima la moglie, poi la figlia. Colto da depressione, insieme a Maffei, Rosazza si interessò di occultismo: entrambi partecipavano a sedute spiritiche per evocare le anime dell’aldilà ed essere così guidati per compiere le proprie azioni sulla terra. Inoltre Maffei era fermamente convinto che le loro scelte terrene fossero guidate da entità superiori.

Alla luce di questo vissuto personale Federico demolì la vecchia chiesa, spostò un cimitero e ne costruì una nuovo discostandosi dai canoni cristiani: tutto questo è visibile nell’odierna Rosazza, un luogo che indubbiamente trasuda mistero.

di Lorenzo Ceccarelli

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