In Cina, prima del matrimonio, la sposa piange per un’ora al giorno per un mese

foto DALE de la REY/AFP/Getty Images
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Durante i matrimoni
, un po’ in tutto il mondo, è abbastanza comune vedere gente che si commuove: le lacrime e il pianto sono diventati uno strumento per manifestare il proprio coinvolgimento emotivo e per magari dare libero sfogo alla tensione accumulata. Insomma, tendenzialmente si piange di gioia e soprattutto non sono gli sposi a commuoversi ma i parenti (in special modo le mamme!).

Esiste una zona del mondo, ed in particolare una popolazione, che tende a prendere decisamente molto sul serio la “questione lacrime”. Sono i Tujia, etnia cinese che ha trasformato questa espressione emotiva in una pratica consolidata ed obbligatoria.

La sposa che piange nel lasciare la casa paterna è persino considerato indice di virtù ed intelligenza. Di fatto, a partire da un mese prima della data delle nozze, la sposa inizia a piangere per 1 ora tutti i giorni; la mamma della sposa fa lo stesso dieci giorni prima, mentre la nonna solo la settimana precedente alle nozze. Arrivato il fatidico giorno, si piange tutte insieme. Allegria insomma!

Le motivazioni che avrebbero dato il “la” a questa tradizione non sarebbero le più ben auguranti: questa usanza avrebbe origini antiche, quando i matrimoni erano di fatto una costrizione e venivano rigorosamente combinati. Il pianto quindi era dovuto al dolore della costrizione: oggi, sembrerebbe più un rituale di purificazione che serve a ‘preparare’ la sposa. Non mancano coloro che sostengono che sia anche di buon auspicio alla riuscita dell’unione. Quindi, allegria! Anzi no, meglio un pianto benaugurante.

Di Lorenzo Ceccarelli

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