Una rocca in Romagna abitata da un fantasma: è il Castello di Montebello-VIDEO

Castello di Montebello ed il fantasma di Azzurrina fonte sito ufficiale castellodimontebello Castello di Montebello ed il fantasma di Azzurrina fonte sito ufficiale castellodimontebello

Se pensate che Rimini sia solamente sinonimo di spiagge e mare preparatevi a ricredervi: ad una manciata di chilometri dalla costa romagnola è possibile visitare luoghi ricchi di fascino, storia e leggende. E’ il caso del Castello di Montebello. L’imponente struttura medievale, dall’alto dei suoi 436 metri vi regalerà una vista mozzafiato della Valmarecchia e della natura che si staglia intorno alla struttura fortificata.

A donare una ulteriore aurea di fascino all’imponente complesso è sicuramente la leggenda del Fantasma di Azzurrina; il castello infatti, al pari dei manieri scozzesi, ha un proprio spettro che si manifesterebbe ciclicamente.

Si narra che alla fine del 1300 in questo castello vivesse una bambina molto particolare. Guendalina, figlia del feudatario Uguccione; la piccola pallidissima e dai capelli biondi/bianchi (con dei riflessi azzurri…da qui il nome) sarebbe stata albina. La leggenda vuole che i genitori, al fine di proteggerla da sicure accuse di stregoneria, la tenessero reclusa nel castello.

Il 21 giugno del 1375, solstizio d’estate, la bambina stava giocando con la sua palla sotto gli occhi delle guardie, mentre fuori imperversava un temporale (dettaglio fondamentale per ogni storia di fantasmi che si rispetti!).
A un certo punto la palla scivolò via e la bambina le corse dietro, eludendo per pochi secondi la sorveglianza delle guardie. La piccola seguì la palla giù per le scale: le guardie sentirono a quel punto un urlo e poi più niente: la bambina era scomparsa nel nulla e non fu mai ritrovata.

Ogni cinque anni però, durante la notte del solstizio d’estate, nel castello riecheggerebbero suoni inquietanti: sono i lamenti del fantasma di Azzurrina che non ha mai abbandonato la sua casa.

La leggenda, tramandata prima in forma orale, arrivò fino ai giorni nostri: nel 1989 il Castello venne ristrutturato e assieme alle prime visite iniziò a passare di bocca in bocca la leggenda della sfortunata bambina. Nel 1990 addirittura la RAI effettuò la prima, storica registrazione, dove si sentirebbe un agghiacciante pianto.

Ora, se la leggenda sia veritiera, se i fantasmi esistono davvero o se voi appartenete a coloro che credono in loro, sono questioni nel merito delle quali non vogliamo entrare. Fermiamoci alle constatazioni empiriche: il castello, che dal 1989 è stato riaperto al pubblico ed è inserito tra i monumenti nazionali italiani, è stato restaurato dai proprietari, la famiglia dei conti Guidi di Bagno e rimane meta indiscussa per una piacevolissima gita fuori porta.

di Lorenzo Ceccarelli

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