Perché gli aerei sono overbooking?


Chiunque abbia dimestichezza con i voli aerei
e si trova a viaggiare con una certa costanza si è sentito dire almeno una volta “Ci scusiamo per il disagio ma l’aereo è overbooking”. Nella più rosea delle ipotesi un’assistente di volo vi ha accompagnato in un posto in prima classe; più realisticamente è facile che siate rimasti a terra, costretti ad attendere il volo seguente.

Che significa questo inglesismo che quasi sempre va a braccetto con i nostri inconvenienti? Significa che la compagnia aerea ha venduto più biglietti di quanti posti  ci fossero effettivamente sull’aereo.

Una (disdicevole) pratica messa in atto da quasi tutti i vettori al fine di ottimizzare i costi del volo; le compagnie, confortate dalle statistiche che dicono che un passeggero su 10 in media rinuncerà al viaggio, vendono più biglietti di quelli realmente esistenti.

Quando nessuno degli aspiranti viaggiatori rinuncia c’è il rischio che qualcuno rimanga a terra. Alcune compagnie allora provano a offrire dei soldi ai passeggeri perché prendano un volo successivo. Negli Usa, la prassi è molto diffusa e gli esperti di viaggio suggeriscono di non accettare la prima offerta, ma di far capire che potreste essere interessati a un rilancio; in Italia funziona diversamente: le compagnie si attengono ad un forfait in base al tipo di volo e alla distanza.

La legge infatti prevede che, in caso di overbooking, la compagnia aerea sia innanzitutto tenuta a fare appello a persone che rinuncino volontariamente al volo in cambio di determinati benefici. Ecco, fatevi dare un posto in prima classe: se ci riuscite, fatecelo sapere.

di Lorenzo Ceccarelli

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