Grecia: la storia degli inaccessibili monasteri di Meteora

The curve road to Holy Trinity Monastery. Panoramic view of landscape of Meteora, Greece
The curve road to Holy Trinity Monastery. Panoramic view of landscape of Meteora, Greece

La Grecia, culla di arte, storia e cultura che ha dato i natali a quella che è poi gran parte della nostra arte e pensieri filosofici, è una nazione che merita assolutamente di essere visitata in ogni suo angolo. C’è però un luogo particolarmente misterioso e affascinante che è ricco di storia e ospita i famosi monasteri di Meteora.

Recarsi a Meteora non vuol dire solamente vedere qualcosa di nuovo ma significa soprattutto effettuare una vera e propria immersione in una spiritualità molto antica nella quale si può percepire profondamente la storia del monarchesimo e dell’ortodossia. Una spiritualità, questa, nella quale tuffarsi ma osseravando un rigoroso silenzio altrimenti si rischierebbe di rovinare la quiete che ne deriva; una visione spettacolare che lascia per l’appunto ammutoliti.

Siamo a nord-ovest della Tessaglia, poco oltre la città di Kalambaka, e qui si possono ammirare delle torri di pietra arenaria dove i monaci si sono insediati intorno all’XI secolo. Ma perchè è stato scelto proprio questo luogo? Così irraggiungibile, così lontano e difficile, quasi inaccessibile?

La storia dei monasteri di Meteora

sunset on monastery Agias Varvaras Roussanou on top of rock Meteora, Greece
sunset on monastery Agias Varvaras Roussanou on top of rock Meteora, Greece

Partiamo dal nome “Meteora” che significa appunto “sospesa in aria” e prima della costruzione dei monasteri questi luoghi venivano scalati da monaci eremiti che intorno al XIV secolo vivevano qui il loro isolamento, interrotto solo la domenica, quando rompevano la solitudine per seguire le funzioni religiose.

Intanto, lontano da lì, l’impero bizantino stava scomparendo e , con lui, anche le comunità monastiche. Si racconta così che tre monaci, Mosè, Gregory e Athanasios, partirono alla ricerca di una nuova sede e sentirono parlare di “miracoli” avvenuti nella pianura della Tessaglia.  Così, Athanasios, una volta giunto qui fondo il il monastero della Trasfigurazione (Gran Meteora) e, per arrivarci, c’era solo una scala che i monaci potevano “tirare su”, se si sentivano minacciati. Nel fondare questo monastero, seguendo le severe regole monastiche del monte Athos, si dice che Athanasios  abbia chiamato “Meteoro” la roccia a base dell’edificio, creando così il termine di meteora ancora oggi in uso.

Sempre più monaci così, per sfuggire ai predoni turchi, si rifugiarono nelle rocce inaccessibili di Meteora, costruendo monasteri senza gradini: i monaci per scendere usavano una rete, scale retrattili o corde. Ecco che, intorno alla fine del XVI secolo Meteora divenne la più grande comunità monastica del mondo conosciuti.

Meteora: i monasteri oggi

Monastery in the mountains. View of the mountain valley. Thessaly. Kalambaka. Meteora
Monastery in the mountains. View of the mountain valley. Thessaly. Kalambaka. Meteora

Nel corso dei secoli questa zona divenne sempre più un rifugio per sfuggire agli attacchi di predoni o usurpatori, ma iniziò ad attrarre anche poeti e pensatori. Momento cruciale nella storia di Meteora fu quando, nel 1921, la regina Maria della Romania, visitò il monastero Meteoron: fu la prima donna ad entrarvi e questo ha segnato un vero e proprio punto di svolta.

Oggi solo 6 dei 24 monasteri sono ancora “Attivi” (Agios Stefanos, Agia Triada, Gran Meteora, Varlaam, Roussanou e Agios Nikolaos), di questi, 4 sono abitati da uomini e due donne e, in generale, ogni monastero ha meno di 10 abitanti.

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