Strage a Orlando: emerge il pericoloso retroscena dopo l’attacco

Lights from police vehicles light up the scene infront of the Pulse club in Orlando, Florida on June 12, 2016.  Fifty people died when a gunman allegedly inspired by the Islamic State group opened fire inside a gay nightclub in Florida, in the worst terror attack on US soil since September 11, 2001. / AFP / Mandel Ngan        (Photo credit should read MANDEL NGAN/AFP/Getty Images)
(Getty Images)

È stata una delle stragi più tragiche e sanguinose della storia USA. Nella notte tra sabato e domenica, ad Orlando, un uomo armato ha fatto irruzione in un locale gay di Orlando uccidendo 50 persone, ferendone 53 e, come se non bastasse, in serata a rivendicare il folle gesto, è intervenuto l’ISIS.

COSA È SUCCESSO

Terrore ad Orlando dove una serata normale di divertimento in un famoso locale gay, il “Pulse”, si è trasformata in una notte di spari e sangue. Un uomo è entrato nel locale infatti ed ha iniziato a sparare uccidendo 50 persone e ferendone 53. Dopo si è barricato all’interno, tenendo con sé degli ostaggi e minacciando anche di far esplodere una bomba che porterebbe con sè.

La Polizia ha aggiornato, momento dopo momento, le persone dell’accaduto tramite Twitter e, proprio tramite i social, molti ostaggi hanno informato la polizia su cosa stava succedendo all’interno e chiedono aiuto. Dopo diverse ore la polizia è intervenuta e ha ucciso il killer.

CHI È IL KILLER

A compiere questo gesto tremendo è stato Omar Mateen, 30enne americano di origine afghane, il cui padre ha dichiarato che il movente che ha mosso il figlio è stato l’odio contro i gay. In serata poi è arrivata però la rivendicazione dello Stato Islamico tramite l’agenzia stampa del Califfato: “L’attacco che ha preso di mira il gay club di Orlando, in Florida, e che ha provocato 100 tra morti e feriti, è stato compiuto da un combattente dello Stato islamico”.

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