Cadere da una nave da crociera: come sopravvivere

Crociera (Thinkstock)
Crociera (Thinkstock)

Qualche tempo fa vi avevamo proposto una lista di consigli su come fare a sopravvivere se si cade da un aereo senza paracadute. Questa volta vogliamo darvi i consigli pratici su come salvarsi se si cade da una nave da crociera. Una ipotesi più probabile e anche meno difficile da affrontare. I suggerimenti arrivano dal quotidiano britannico Telegraph, che ha consultato in merito diversi esperti.

In primo luogo, va detto che cadere da una nave da crociera non è poi così frequente, per fortuna. Il sito web Cruise Junkie riporta 270 casi negli ultimi sedici anni.

La sopravvivenza in caso di caduta da una nave da crociera dipende da diversi fattori, come l’altezza dalla quale si precipita e le condizioni meteorologiche e del mare. Se l’acqua è molto fredda, le possibilità di salvarsi si assottigliano notevolmente, già una temperatura compresa tra i 5 e i 10 gradi può essere letale; dipende poi da quanto tempo si rimane in acqua. Molti naufraghi del Titanic morirono proprio a causa della temperatura gelida delle acque dell’Oceano Atlantico ad aprile. Tuttavia, quando l’acqua è calda, il rischio è rappresentato dalla presenza degli squali, in particolare a temperature sopra i 25°.

L’oceanografo Simon Boxall spiega che “i primi secondi sono i più critici“, è importante dunque non farsi prendere dal panico e agire di conseguenza. Il primo consiglio da seguire è quello di mantenere il sangue freddo, l’atteggiamento mentale conta moltissimo.

Quando si cade in acque fredde, il corpo subisce un brusco calo della temperatura e la prima reazione istintiva è quella di fare respiri profondi. In gergo si chiama “Cold Shock Response“, ma è una reazione sbagliata, come spiega il professor Tipton nella guida “Essentials of Sea Survival”. Fare respiri profondi è una reazione normale, è il nostro cervello che ce lo ordina, ma può rivelarsi fatale. Respirando profondamente e velocemente si finisce con l’ingerire molta acqua e il rischio, ovviamente, è quello di velocizzare l’annegamento. L’importante, spiega il professor Tipton, è cercare di non agitarsi troppo e cercare il più possibile di respirare con calma. La reazione Cold Shock Response comunque tende a diminuire dopo pochi minuti che si è finiti in acqua.

Oltre all’atteggiamento mentale di non farsi prendere dal panico e non agitarsi tropo, per non bruciare energie, è importante avere la prontezza di afferrare subito un oggetto che possa permettere di restare a galla e per quanto possibile cercare di legarlo subito al corpo. Con il passare del tempo, infatti, le forze tendono ad esaurirsi, così come la forza per restare a galla o aggrapparsi a qualcosa.

Se non è possibile avere un oggetto galleggiante, occorre iniziare a nuotare verso la salvezza. Il consiglio del professor Tipton è quello di usare solo le gambe, perché se si stendono le braccia il corpo tenderà a raffreddarsi più velocemente. Nelle acque molto fredde, il consiglio è quello di muoversi il meno possibile, per non disperdere il calore. Nella speranza che i soccorsi arrivino il prima possibile.

In ogni caso, quando si cade in mare da una nave da crociera, l’importante è “mantenere un atteggiamento mentale positivo e non mollare”, suggerisce l’esperto. Come se fosse facile!

Di Valeria Bellagamba

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