Mar Tirreno: attenzione all’alga irritante

Ansedonia (di Mac9, da Wikipedia. Licenza CC-BY-SA-2.5)
Ansedonia (di Mac9, da Wikipedia. Licenza CC-BY-SA-2.5)

Il caldo afoso degli ultimi giorni si fa sentire anche in mare. Non solo perché l’acqua è diventata una specie di ‘brodo’ nei tratti di mare con fondali bassi, ma anche perché viene favorita la produzione eccessiva di alghe, spesso sgradevoli e fastidiose.

E’ quello che è accaduto ad Ansedonia, rinomata località turistica della provincia di Grosseto, vicino ad Orbetello e al Promontorio dell’Argentario: nel mare antistante si è diffusa un’alga tossica e irritante, la Ostreopsis ovata. E c’è il rischio che la diffusione di questa alga si allarghi anche ad altri tratti del Mar Tirreno, visto che “periodicamente fiorisce su tutto il litorale toscano“, come ha spiegato il sindaco di Orbetello, Monica Paffetti. In effetti, l’alga è stata rilevata dal monitoraggio dell’Arpat (Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana) anche in alcuni punti della costa di Massa, dove era già comparsa l’anno scorso.

La presenza dell’alga tossica, ha comunicato l’Arpat , è dovuta “soprattutto all’aumento della temperatura e alle scarse correnti marine”.

Con un avviso, il sindaco di Orbetello ha avvertito i bagnanti che l’alga può provocare “l’irritazione degli occhi e delle vie respiratorie”. In ogni caso “la situazione è monitorata costantemente dagli organismi competenti”, ha assicurato.

Come si legge sul sito web dell’Arpat, “l’Ostreopsis ovata è un’alga microscopica unicellulare (gruppo dinoflagellati) che vive comunemente nelle calde acque dei mari tropicali sulla superficie di alghe rosse e brune ma ha trovato condizioni climatiche ottimali di sviluppo anche nelle acque del Mar Mediterraneo, comprese molte aree costiere italiane caratterizzate da coste e fondali a prevalente natura rocciosa. Dal 1998 si è manifestata anche in Toscana, a partire dal litorale apuano”.

Tra i rischi per la salute, in seguito al contatto con l’alga tossica, spiega Arpat, si può manifestare una “sindrome simil influenzale, febbrile- respiratoria, associata o meno a dermatiti o congiuntiviti. Nei casi verificatesi, gli effetti riportati non sono mai stati gravi e hanno mostrato di essere reversibili per lo più entro poche ore“.

L’Arpat tiene la situazione sotto controllo, con un costante monitoraggio, per saperne di più sulla diffusione dell’alga e sui fattori di rischio e come comportarsi si può consultare il sito web www.arpat.toscana.it.

Valeria Bellagamba

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