La regione peggiore per il trasporto ferroviario nel 2014 è…

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In Sicilia dal 2002 solo tagli e nessun treno nuovo, in Piemonte e Campania crollo dei pendolari. Ma dove si investe i passeggeri crescono: premiate Alto Adige, Toscana, Puglia. Legambiente “3 milioni di pendolari meritano ben altra attenzione da parte del Governo Renzi e delle Regioni. Non sono le grandi opere dello Sblocca Italia la risposta alla crisi, ma investimenti nelle città e nei treni pendolari”.

È un’Italia che viaggia a due velocità: da una parte l’alta velocità delle Frecce e di Italo che collegano Roma, Milano, Napoli, Torino, Venezia con una offerta sempre più ampia, articolata e sempre più remunerativa. Dall’altra parte quella “lenta” dei treni regionali, dove si viaggia troppo spesso tra tagli (-21% in Abruzzo e -16% in Calabria), ritardi e disservizi, e con oltre 1.189 km di rete ferroviaria “storica” ormai chiusi.

In questa Penisola a due velocità, si riduce il numero dei passeggeri sulle linee regionali: se ne contano 90mila in meno al giorno, ma con differenze sostanziali tra le Regioni e a causa proprio dei continui tagli effettuati in questi anni al trasporto ferroviario con risultati evidenti.

È quanto emerge da Pendolaria 2014, il dossier di Legambiente che traccia un quadro preciso sulla situazione e gli scenari del trasporto ferroviario pendolare in Italia

Le differenze sono ben visibili usando come paragone le due direttrici principali ad Alta Velocità. Ogni giorno da Roma verso Milano e Venezia partono 100 treni tra Frecciarossa, Frecciargento e Italo, erano 29 fino al 2010, con un aumento dell’offerta pari al 290%! Sugli Intercity al contrario i tagli dei collegamenti tra il 2010 e il 2013 sono stati del 23%. A Genova i treni che attraversano la città da Voltri a Nervi sono passati da 51 a 35, tra il 2007 ed il 2014, su una linea percorsa ogni giorno da 25mila pendolari. Un drammatico -31%. A Roma, sulla linea Fiumicino Aeroporto-Fara Sabina, i 75.000 pendolari che ogni giorno si muovono su quella tratta hanno visto cancellare nel 2012 addirittura 3 treni, quando la linea è progettata per “contenere” 50mila viaggiatori al giorno.

Tagli e aumento del costo dei biglietti – I dati raccolti da Legambiente attraverso un questionario inviato alle Regioni raccontano che ogni giorno sono 2milioni e 768mila i passeggeri che usufruiscono del servizio ferroviario regionale. Tra il 2009 e il 2012 si è assistito a un autentico paradosso: mentre i passeggeri aumentavano del 17% le risorse statali per il trasporto regionale su gomma e ferro veniva ridotto del 25%.

Oltre a Campania e Piemonte, il numero dei pendolari è sceso ad esempio anche in Liguria e Abruzzo dove nel solo ultimo anno si è passati rispettivamente da 105mila a 94mila viaggiatori al giorno e da 23.500 a circa 19.500. Accanto alla questione dei tagli, c’è da sottolineare anche l’aumento del costo di biglietti e abbonamenti e la chiusura di diverse linee ferroviarie come la Piacenza-Cremona.

Nel 2014 l’aumento più consistente dei biglietti ha riguardato la Calabria con un +20% a fronte di un servizio sempre più carente sia in qualità sia in quantità dei treni circolanti. Altri aumenti anche in Piemonte del 47%, in Abruzzo del 25%, in Toscana per oltre il 21% (ma con tariffe scontate per i redditi bassi), nel Lazio del 15% e con un servizio inadeguato alla grande richiesta presente in questa Regione, ed in Liguria dove gli aumenti che si sono susseguiti hanno portato ad un +41% rispetto al 2010. Ed ancora nel corso del periodo 2010-2014 altri aumenti si sono registrati anche in Umbria (+25%), Campania (+23,7%) ed in Lombardia (+23,4%), dove però non sono stati tagliati i servizi. Occorre però ricordare che in Italia il prezzo del biglietto è in media più basso che negli altri Paesi europei, ma i servizi che offrono lasciano alquanto perplessi.

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