Ebola. “Catastrofe umanitaria di grandi dimensioni” e nel mondo scatta il panico

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Il mondo è in crisi per la paura del contagio dell’ebola e il presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso, con le sue parole, non ha tranquillizzato nessuno poiché ha definito questo momento e questo rischio di contagio come una catastrofe umanitaria di grandissime dimensioni.

Mentre, fortunatamente, il caso di ebola sospetto in Francia si è rivelato una semplice febbre, la paura sbarca in Italia e ogni malessere viene rapidamente collegato a questo grave virus scatenando il panico, esattamente come è successo a Civitanove Marche dove, complici i giornali, un’infezione è stata scambiata per ebola creando il caos. Per quanto riguarda i sintomi è impossibile parlare di qualcosa di specifico bisogna guardare alla temperatura corporea che, per diventare sospetta, deve superare i 38,6 gradi.

Si dice che una persona sia a rischio Ebola se abbia una temperatura di almeno 38,6 gradi. Questo criterio ha portato a sottovalutare per esempio il caso della seconda infermiera americana contagiata, Amber Vinson, che aveva curato a Dallas il paziente “zero”, Thomas Eric Duncan. La donna ha preso un aereo da Cleveland a Dallas, segnalando di aver assistito un paziente con Ebola ma spiegando di non avere febbre superiore a 38° né segni della malattia. Il giorno dopo ha cominciato a manifestare i sintomi ed è poi risultata positiva al test. Anche l’infermiera spagnola, Maria Teresa Romero (primo caso in Europa), all’inizio aveva solo una leggera febbre.

Intanto, il presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama, ha nominato un supercommissario per l’emergenza ebola che lavorerà in sinergia con il ministro della sanità Sylvia Burwell e con le altre istituzioni.

I paesi “Ebola Free”

Si tratta di una sorta di bollino verde, che certifica l’assenza di nuovi casi di ebola per 42 giorni di fila, e che viene rilasciato a quei paesi che si possono ritenere fuori pericolo o virus free. Per ora, in Africa, sono ebola free la Nigeria e il Senegal. Nel mondo intanto si parla di un vaccino che, nella migliore delle ipotesi,  non arriverà comunque in tempo per essere usato su larga scala per fermare l’epidemia, poiché sarà utilizzabile e pronto per essere distribuito solo nel 2016.

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