Vacanze in Cina? Vietato parlare di Brad Pitt e nominare i gelsomini. Ecco tutti i divieti più assurdi

Getty Images
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Vacanza in Cina, ecco cosa NON dire mai! Il boom economico, la cultura e la tradizione. La Cina, con l’avanzare della crescita economica, vede ogni giorno sempre più turisti e le sue sconfinate dimensioni di certo non aiutano il visitatore a decidere la meta perfetta per il suo viaggio. In ogni angolo c’è una meraviglia da scoprire, un patrimonio culturale e naturale inestimabile che non stupisce sia riconosciuto anche dall’Unesco. Se siete pronti per andare in vacanza in Cina non vi resta che partire, però fate attenzione però a una serie di cose che non vanno nè dette nè fatte, altrimenti verrete trattati malissimo!

    1. Niente Facebook, Twitter e Youtube: “Scusi ma qui non va internet? Non riesco ad andare su Facebook”. Ecco, questo è meglio non dirlo mai visto che questo social network, inisieme ad altri è bloccato dal governo cinese dal 2009 quando è stato indicato come potenzialmente sovversivo.
    2. Se vi piacciono telefilm come The Good Wife, NCIS, The Practice e The Big Bang Theory meglio che non lo diciate a nessuno visto che secondo il governo cinese, queste serie tv mettono in discussione la Costituzione Cinese provocando dei problemi nella società.
    3. Il gelsomino: la “rivoluzione dei gelsomini” in Tunisia, ha spaventato talmente tanto il Partito Comunista Cinese che

la sola parola “gelsomino” è stata vietata, bloccata nei messaggi, nelle chat e nelle canzoni

      ed è persino vietata la vendita di questo fiore al mercato.

Alice nel paese delle meraviglie

      . Gli animali non possono parlare, quindi il romanzo di Lewis Carroll è stato vietato dal governo. Non solo per la satira verso i governi e la religione insomma ma proprio perchè viene considerato disastroso mettere animali e persone sullo stesso livello. Meglio non dire poi che vi piacciono

Brad Pitt, Harrison Ford e Richard Gere

      perchè al governo cinese non piacciono molto le persone solidali con la causa dell’indipendenza tibetana, anzi! Vietato così l’ingresso in Cina per Harrison Frod e Richard Gere. Stessa “fine” anche per Martin Scorsese dopo il film Kundun e Brad Pitt per “Sette Anni in Tibet”.

 

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