Antonio Pipitone: l’uomo che vive all’aeroporto di Fiumicino

Come nel film The Terminal, Antonio Pipitone vive in aeroporto \ Roma – La storia di Antonio Pipitone è la storia del sogno americano, un sogno che però purtroppo non ha avuto esattamente un lieto fine perché, come tutti i sogni che diventano reali, spesso un piccolo imprevisto può trasformare il lieto fine in un incubo.

Antonio è arrivato in America dalla Sicilia 55 anni fa, ha lavorato duro riuscendo alla fine ha trovare un buon lavoro che gli ha permesso di crearsi una famiglia e garantire un futuro roseo a figli enipoti. Come tutti gli emigranti però auspicava di tornare presto in Italia da vincitore e così, quando il momento è arrivato, non si è lasciato sfuggire l’occasione. Qui però è arrivato l’infausto imprevisto.

L’occasione in questione non era infatti delle più fauste dato che l’ufficio dell’immigrazione americana si era reso conto che Antonio non aveva mai completato le procedure legali per legalizzare la sua posizione nel Nuovo Mondo. In pratica era un clandestino: tra trascorrere trenta giorni in camera di sicurezza o tornare in Italia Antonio non ha avuto dubbi, pensando di trasformare la disavventura in un’occasione di ritorno a casa.

Peccato però che così non è stato perché «il cellulare non funzionava più -spiega l’ottantenne – i miei figli mi avevano inviato soldi in un’agenzia per il trasferimento di denaro, ma non potevo ritirarli perché i documenti italiani non erano più validi».

Passano così 21 giorni in cui l’aeroporto di Fiumicino diventa per Antonio una vera e propria casa: conosce i posti dove riposare, quelli dove potersi lavare e ogni angolo a menadito. Non avendo però sue notizie i figli dall’America si allarmano e chiamano così la Polizia di Frontiera italiana che, trovato l’uomo, lo accoglie o, come dice lui, lo salvano.

Sono proprio loro infatti ad offrirgli vitto e alloggio e ad aiutarlo ad ottenere i documenti per tornare ad essere cittadino italiano. Ora Antonio è nella sua Sicilia da cui continua a dichiarare il suo amore per l’Italia e per l’America, entrambe sue case come per breve tempo lo è stato l’aeroporto.

 

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