Cosa vedere a Berlino: la città in appena due giorni

Berlino in due giorni: ecco le cose più importanti da fare e vedere \ Roma – Capitale della Germania riunita, importante centro d’affari, atelier per molti artisti, frenetica e sentimentale allo stesso tempo, contemporaneamente multiculturale e chiusa. Tutto questo (e molto di più) è Berlino. Circa un terzo della città è costituito da parchi, fiumi, laghi. Il verde e la natura la dominano.

Ci sono più di 160 milioni di metri quadrati di boschi. Parchi, orti botanici e zoo offrono numerosi spazi in cui rilassarsi. La marcata suddivisione in quartieri di Berlino è emblematica: un tempo essa riproduceva e simboleggiava la divisione in classi sociali, un’articolazione che in realtà non è mai scomparsa.

Visitare Berlino in due giorni è possibile e, a tal proposito, vi proponiamo un breve tour che tocca i luoghi da non perdere e le principali attrazioni della città.

Primo giorno. Iniziate la giornata con una bella passeggiata al Tiergarten (giardino degli animali), il parco situato nel cuore della città. E’ il polmone verde di Berlino e il suo nome ricorda il tempo in cui era abitato da cervi e orsi selvatici. Progettato tra il 1830 e il 1840, il Tiergarten ospita la monumentale Siegessaule (67 metri di altezza), la colonna eretta nel 1873 in onore delle numerose vittorie prussiane; da vicino si possono ammirare le decorazioni presenti sul suo fusto: su di essa sono infatti riprodotti i cannoni conquistati durante le battaglie.

Dopo la passeggiata dirigetevi a Brandenburg Gate (1788-1791), la porta simbolo della conciliazione tra Berlino Est e Berlino Ovest, in origine stazione per il pedaggio e simbolico confine occidentale della città. Da qui è possibile raggiungere Reichstag, sede del Parlamento della Germania federale. La sua struttura architettonica consiste per lo più in una cupola di vetro la cui grandezza rende il Parlamento visibile da chilometri di distanza. Dalla cupola, inoltre, si gode di una vista panoramica imperdibile (ma soprattutto gratuita).

Vicini tra loro, pertanto raggiungibili in poco tempo, il Monumento all’Olocausto e Potsdamer Platz; in particolare in Potsdamer Platz, pagando un biglietto non eccessivamente costoso, potrete visitare Gemaldegalerie, la galleria con circa 2700 dipinti di artisti europei vissuti tra il 1200 e il 1700, tra cui: Caravaggio, Rembrandt, Rubens, Bruegel e Botticelli. All’esterno il parco delle sculture.

Per fare un break, prendete l’autobus n.200 a Tiergarten Strasse e raggiungete Breitscheid; qui troverete Kurfurstendamm, il famoso viale alberato lungo 3 chilometri ricco di caffè all’aperto, ristoranti e negozi. Oltre a mangiare avrete così l’occasione di fare anche un po’ di shopping, ricordando che, se volete portare ai vostri cari un pensiero da Berlino, la specialità locale è la Berlin Weisse, la birra profumata e variegata al lampone.

Da non perdere la più antica caffetteria di Berlino – risalente al 1835 –, all’angolo di Friedrichstrasse. Un ristorante non troppo costoso è SoupKultur (al n.224), il massimo per spuntini e gustose zuppe.

Nel pomeriggio andate a visitare il Kaiser-Wilhelm-Gedachtniskirche nella vicina Breitsceid Platz; si tratta della chiesa bombardata nel 1943, oggi monumento di guerra. Con l’autobus n.145 potete raggiungere poi il Keramik-Museum – il museo delle ceramiche – e lo Schloss Charlottenburg – l’ex Palazzo reale con la magnifica Sala bianca e la Galleria dorata.

Tra i piaceri della prima giornata non può mancare una cena tedesca. Dressler è un ristorante tipico berlinese: qui dentro vengono serviti dal caffè alla carne di cervo, e si respira l’aria degli anni Venti e Trenta.Per finire in bellezza potete fare un salto al Friedrichstadt-Palast, il locale notturno più famoso di Berlino: spettacoli di varietà e musica fino a tarda notte.

Secondo giorno. Iniziate la seconda giornata concedendovi una bella colazione all’Opernpalais Unter den Linden Café, un lussuoso bar che ha il sapore imperdibile della vecchia Berlino. La prima visita del giorno può essere quella al Checkpoint Charlie (all’angolo tra Friedrichstrasse e Kochstrasse), il valico di frontiera del muro di Berlino durante la Guerra Fredda.

Percorrendo Friedrichstrasse incontrerete i grandi e celebri magazzini francesi Galeries Lafayette dalle suggestive pareti in vetro e il soffitto ricurvi. Al di là del fiume Sprea c’è invece Museumsinsel, l’isola dei musei; data la vicinanza dei diversi musei che la costituiscono – Altes Museum, Neues Museum, Bode-Museum, Alte Nationalgalerie e Agyptisches Museum –, potrete essere tentati di visitare tutto il Museumsinsel in un colpo solo. Il rischio sarebbe quello di non apprezzarne appieno neppure uno: ogni museo richiede infatti una visita di almeno mezza giornata.

Dopo la visita potrete mangiare in uno dei bar dei tanti musei.

Il pomeriggio potreste invece dedicarlo alla scoperta degli storici cortili con gallerie, laboratori e caffetterie – gli Hackesche Hofe –, del Monumento a Marx ed Engels, costituito dalle statue dei due fondatori del comunismo, e di Alexanderplatz. Quest’ultima è immersa nel cuore della Berlino Est e deve il suo nome allo Zar russo Alessandro I; passeggiando nella piazza potrete salire sulla Fernsehturm, la torre centrale che, con i suoi 362 metri, supera la Tour Eiffel e regala una vista dall’alto dell’intera città. Altre attrazioni sono: la Neptunbrunnen, la fontana di Nettuno donata al Kaiser Guglielmo II nel 1891, la Berlin Dom, nella cui cripta sono contenuti i sarcofagi di oltre 90 membri della dinastia Hohenzollern, e il quartiere Nikolaiviertel, una vera e propria contaminazione stilistica e architettonica.

Prendendo la U-Bahn (metropolitana) più vicina e scendendo a Eberswalder Strasse raggiungere in breve tempo Lychner Strasse; al numero 33, aperto tutti i giorni dalle 18, Weinstein. Si tratta di uno dei migliori wine bar della città, ma è anche bistrot e ristorante. Una cena in questo locale può costare dai 15 ai 30 euro: i piatti francesi e tedeschi sono quelli principali, anche se Weinstein è rinomato per lo più per l’ottimo vino e per l’atmosfera che ricorda i ristoranti parigini di fine Ottocento. Un’esperienza, piuttosto che una cena, da non perdere.

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Ilaria Bonanni

 

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