Dolomiti: guida alle ciaspolate più belle

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Top 5 delle ciaspolate sulle Dolomiti/Roma – Gli amanti della neve non sono solo i classici sciatori o gli snowboarder, ma anche coloro che passeggiano sulla neve con le ciaspole! Ormai sembra essere diventato un vero e proprio trend e le ciaspolate stanno prendendo sempre più piede nel mercato turistico invernale. Le racchette da neve non sono un nuovo modo di affrontare le cime innevate, anzi, si dice che fossero già utilizzate in forma primordiale 6000 anni fa per rendere più agevoli gli spostamenti.

Possono ricordare un po’ lo sci di fondo, ma sono molto più semplici e di facile utilizzo permettendo così a chiunque di avvicinarsi a questo particolare sport invernale e conoscere da vicino la montagna. Famose sono infatti le ciaspolate in notturna dove, un gruppo di persone, si muove lungo le montagne innevate guidati solo dalla luce della luna. Viagginews vi suggerisce così una top 5 delle ciaspolate più belle lungo le Dolomiti.

  1. Col de Varda, le Tre Cime di Lavaredo: partendo da Cortina, lungo la strada del Passo Tre Croci, si raggiunge Misurina e il lago omonimo impegnandosi in una ciaspolata di media difficoltà. Partendo ai piedi del Col de Varda ci si inerpica lungo le montagne e ammirando il paesaggio sottostante del lago di Misurina, le Marmarole, il Sorapis e il Cristallo. Lo spettacolo è incredibile: una distesa infinita di montagne fino all’orizzonte. Il percorso è ad anello quindi si ritorna al Col de Varda, non sono segnalate particolari difficoltà tecniche se non la solita raccomandazione di prestare sempre bene attenzione ai segnavia sugli alberi

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  2. Monte Sass de Stria: un nome mistico, un po’ magico quello di questo monte in quanto significa “Sasso Stregato“. Scavato interamente dall’esercito austriaco durante la Prima Guerra Mondiale si è poi rivelata un’importante roccaforte per gli Alpini italiani. Ci si accede tramite il Passo Falzarego e poi si prosegue verso la Valparola: primo punto di riferimento è un masso dipinto in modo acceso e facilmente individuabile. Da lì si sale e si arriva, in modo relativamente semplice, al passaggio centrale della ciaspolata, uno stretto camino che si supera inerpicandosi per una stretta scala in metallo. Questo percorso è più difficile rispetto al precedente e, oltre alla normale dotazione escursionistica, si richiede particolare attenzione al manto nevoso che deve essere ben assestato.
  3. Lago di Costalaresc: si tratta di un percorso breve e semplice, ma dal fascino inconfondibile. Anche questo è un percorso ad anello che porta gli escursionisti ad esplorare le pendici del Monte Faloria sotto lo sguardo attendo del Monte Cristallo fino ad arrivare al laghetto di Costalares. Questo piccolo “tesoro d’acqua” si è formato per via di una depressione creata da uno smottamento delle rocce soprastanti e, si dice, abbia un non so che di magico: maghi e streghe si dice infatti che abitino i Monti Pallidi lì attorno. Lasciandosi il lago alle spalle e arrampicandosi lungo il sentiero indicato si arriva ad una sorta di belvedere sul paesaggio della conca Ampezzana animato da tantissime varietà di uccelli e animali tipici delle montagne. Il percorso è semplice e praticabile da chiunque.

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  4. Giro del Monte Piana: un po’ più complicato, ma di indubbia bellezza, questo percorso porta i “ciaspolatori” sulle tracce della Prima Guerra Mondiale con un itinerario che si aggira tra le Tre Cime di Lavaredo. Il percorso parte da Cortina, passando per Misurina e il Lago d’Antorno. Da qui la ciaspolata comincia in direzione della chiesetta dedicata ai caduti di guerra e poi, salendo, si raggiunge l’altopiano del Monte Piana attraversando un percorso denso di segni che rimandano all’orrore della guerra. Da qui si raggiunge poi il monumento dedicato al poetà Giosuè Carducci dove concedersi una sosta ammirando le Tre Cime di Lavaredo. La difficoltà non è elevata, ma bisogna prestare attenzione ai buchi e alle trincee coperte completamente dalla neve.
  5. Ra Gusela: la parete est della montagna Ra Gusela è sicuramente una delle più belle e difficili di tutta la zona e quindi meta molto prestigiosa fra gli arrampicatori. Per la ciaspolata è invece molto più semplice, ma interessante, affrontare la parete ovest partendo dal rifugio Averau. Da qui si costeggia per un po’ la seggiovia de Potor e, abbassandosi ancora leggermente, si passa sotto al massiccio del Monte Nuvolau. Da qui, un breve tratto in salita ripida, porta poi alla Madonnina che segna la vetta a 2595 metri. Anche questo percorso richiede di essere affrontato solo con manto nevoso assestato.
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