Usa: navi da guerra verso Tripoli

(GettyImages)

Navi da guerra verso Tripoli, proteste al Cairo \Roma – Non si è fatta attendere la risposta USA all’uccisione dell’ambasciatore Chris Stevens e di altri membri della missione diplomatica a Bengasi, avvenuta martedì scorso a seguito dell’assalto di alcuni manifestanti libici che protestavano contro la messa in scena di un film ritenuto blasfemo sulla vita di Maometto. Su ordine del Pentagono sono partite, alla volta di Tripoli, due unità navali battenti bandiera americana e munite di missili Tomahawk. La stampa Usa parla di semplici misure precauzionali a seguito dell’attacco costato la vita all’ambasciatore americano e per dare protezione e maggiore sicurezza ai cittadini americani presenti in Libia ed in Egitto dove da questa mattina molti manifestanti stanno protestando di fronte l’ambasciata statunitense al Cairo.

Mentre le navi da guerra si avvicinano alle coste libiche continuano le indagini per capire la dinamica esatta dell’assalto a Bengasi. Secondo fonti della milizia islamica estremista non ci sarebbe stato nessun coinvolgimento di Al-Qaida mentre dall’America giungono voci che parlano di attacco pianificato per vendicare la morte di Abu Yaya Al Libi, secondo nella linea di comando di Al Qaida.

 

 

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